Di Telgate e del suo arciprete scrisse ancora don Vistalli: «Telgate, antichissima pieve, gloriosa nel bergamasco, era decaduta dall'antico prestigio come tante altre: motivo principale l'essere tagliata dalle comunicazioni. Don Clienze, sempre fervido e animatore, sperò di rimediarvi: ma fu una sua amara delusione.
Si profuse però con zelo e pietà nell'opera del ministero in quanto intuì che poteva contribuire al vantaggio morale, religioso e sociale della sua parrocchia e dell'intera Vicaria. Di qui le Scuole Serali, le Settimane Sociali, e le conferenze, che teneva così frequenti lui, che fece tenere nella sua parrocchia anche da altri amici suoi e propagandisti del centro.
In quella parrocchia non mancarono a Don Clienze contrasti ed amarezze, di cui però finì per aver ragione e trionfare colla sua abituale generosità.
Il vecchio apostolo dell'Azione Cattolica sociale compariva non di rado in raduni, assemblee e feste che si celebravano in questo o quel centro della diocesi a farvi sentire la sua parola animatrice. Insomma, anche nell'arciprete non si eclissò mai il propagandista convinto.
Gli venne notato il difetto di essere un accentratore, ma quello fu sempre ed è ancor oggi il difetto dei grandi lavoratori.
Suo sogno e sua aspirazione fu quella di riuscire ad ottenere la Incoronazione del prodigioso Crocifisso che, a Telgate, si venera da secoli. Ed a questa riuscì, e questa celebrò con solennità magnifiche nel settembre del 1937».

Per la grande festa volle a casa anche tutti i giovani che si trovavano nelle varie caserme per il servizio militare; scrisse a tutti i comandanti in questi termini: «Chi Le scrive è il sac. Clienze Bortolotti, Cavaliere Ufficiale della Corona d'Italia per meriti patriottici, nella Grande Guerra, merito che accenno non per vana gloria, ma per valorizzare innanzi a Lei la domanda che sto per rivolgerle...». La richiesta di licenza straordinaria fu accolta, e tutti i giovani militari furono presenti all'incoronazione.

La sua opera pastorale in Telgate lasciò un particolare segno nello sviluppo dell'Azione Cattolica (fu già presidente della Giunta diocesana dell'A.C.), e nella promozione delle iniziative a carattere sociale (fu già membro della Commissione Provinciale provvisoria del Partito Popolare, designato personalmente da don Luigi Sturzo).
Nel 1935 in Telgate (con 2592 abitanti) operavano quattro opifici di un certo rilievo: un bottonificio con 220 operaie, due scatolifici con circa 30 operaie e un laboratorio del legno (impugnature per ombrelli) con circa 80 operai. A questi lavoratori e ai loro problemi don Clienze non lasciò mai mancare la sua più sollecita attenzione.
Nel 1942 lasciò una particolareggiata descrizione sociologica dei 2320 abitanti:
contadini 1.650, operai 635, impiegati 25,
professionisti 10.
L'attività associativa fu di forte intensità; all'epoca operavano in Telgate: il Circolo Cattolico di san Giuseppe con Mutuo Soccorso (fondato nel 1902), il Circolo Giovanile di A.C. (fondato nel 1904), l'Associazione Giovanile Femminile e Donne di A.C. (fondata nel 1928), l'Apostolato della Preghiera (fondato nel 1927), la Confraternita Maschile e Femminile del SS. Sacramento, le Figlie di Maria, di Pia Unione di sant'Antonio, il Terz'ordine Francescano, l'Associazione Madri Cristiane, l'Unione Missionaria, la Pia Unione del santo Crocifisso, fondata nel 1934 dallo stesso arciprete Bortolotti.
Sono dati che non forniscono certo la misura del grado di spiritualità di una popolazione, tuttavia sono abbastanza indicativi di una certa attività di apostolato e della relativa rispondenza.
Un grave cruccio per l'arciprete fu sempre quello di non poter disporre di un idoneo ambiente per la costruzione di un Oratorio Maschile. Tristemente nella relazione al vescovo Bernareggi, in occasione della visita pastorale del novembre 1935, dovette scrivere che «l'oratorio Maschile non c'è», e nel 1942 per un'altra visita del Bernareggi scriveva che «si rinnova l'osservazione della grande lacuna della mancanza di un oratorio maschile».
Tale lacuna però non gli impedì di intervenire in ogni modo a beneficio della gioventù.
In un locale a pianterreno della casa parrocchiale ospitò nel 1928 una «Biblioteca Circolante», affiancata alla «Scuola Serale» in cui lui stesso era insegnante, con alcune centinaia di volumi di letture amene, edificanti e istruttive.
Diede ogni appoggio all'iniziativa di far funzionare una colonia elioterapica, al tempo chiamata «bagni di sole», per i fanciulli più deboli del paese.
Sostenne l'attività della «Compagnia Filodrammatica Maschile» che si esibiva in un teatrino del paese e che mieteva calorosi consensi anche in parecchie località della bergamasca. Fece sorgere una «Compagnia Filodrammatica Femminile» e mise a sua disposizione un nuovissimo salone-teatro inaugurato nell'aprile 1928, allestito in fondo all'ampio giardino dell'asilo, dove già sorgeva un padiglione aperto.
Anche di calcio si interessò, e sul «Bollettino Parrocchiale» del 6 luglio 1930 scrisse, con evidente compiacimento: «La squadra calcistica telgatese va ogni giorno più affermandosi in vari cimenti, seguita dal simpatico interessamento de' suoi conterrazzani. Ultimamente si è misurata coll'Atalanta riserve; e mentre sul campo di Bergamo rimaneva soccombente per 2 a 3, sul campo di Telgate è riuscita vittoriosa con 5 a 4. La partita fu giuocata d'ambe le parti brillantemente».
Dopo tanto prodigarsi per il bene della gente, ebbe la soddisfazione di poter esprimere un giudizio generale sulla parrocchia abbastanza lusinghiero: «In generale le condizioni morali e religiose sono buone;
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