furono riparati dalla ditta E. Berger di Milano, specializzata in simili lavori. Si è proceduto al bagno
antitarlo, alla riparazione delle rotture, alla sostituzione con legno di noce ai pezzi d'altro legno usato in
passato per riparazioni sommarie, e alla lucidatura di color naturale. Attualmente si presentano ancora in ottima
efficienza ed eleganza.
L'ORGANO - È un Serassi del 1848, rifatto dalla ditta Giovanni Giudici di Bergamo nel 1857.
Lo stesso venne riveduto nel 1860 da Bernardino Sgritta, successore dei Giudici e collaudato, con piena soddisfazione,
da Giacomo Cantù il 12 ottobre 1860. Monsignor Radini Tedeschi nella sua visita pastorale del 1907 prescrisse con
decreto: «Si tronchi il manubrio o registro degli strumenti vietati all'organo, secondo il nuovo regolamento per la
musica sacra del 6-6-1906».
Erano gli strumenti a percussione (tamburi, timpani, piatti, timballi, campanelli, ecc.) che ogni organo barocco aveva
in dotazione.
L'arciprete rispose al vescovo rassicurandolo: «Si è fatto espresso comando all'organista qui accordato
(certo Brevi Antonio di Costa di Mezzate, vecchio di 76 anni ma che non manca di idoneità) di suonare secondo le
prescrizioni pontificie e diocesane. Non sono ancora tolti gli strumenti proibiti ma fu fatta proibizione assoluta di
toccarli anche solamente, e non si suonano».
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L'organo di Telgate, interamente restaurato nel 1953 dai celebri organari Piccinelli di Ponteranica, ancora oggi
è ritenuto, da tutti gli intenditori, un ottimo strumento.
IL PAVIMENTO - È un tipico esemplare del cosiddetto arabescato orobico. Considerato il cattivo stato del
vecchio pavimento, nell'estate del 1973 si è provveduto alla posa del nuovo, con lastre di marmo di cm 50 x 50
e dello spessore di cm 2. Tutto il grande rettangolo della chiesa è stato posato con marmo arabescato grigio
circondato da una fascia di nuvolato della Valle Brembana. La ludicatura è stata eseguita in forma opaca,
come richiedeva lo stile dell'intera costruzione.
I CONFESSIONALI -Sono quattro per gli uomini in sacristia, e quattro per le donne collocati in vicinanza della
porta maggiore della chiesa. Questi ultimi furono costruiti da Paolo Foppa Pedretti nel 1896, per un costo di lire 170.
GLI ALTARI LATERALI
L'ALTARE DEL SANTO CROCIFISSO - Il più importante dei quattro, è stato costruito nel 1780.
Nel 1780 l'arciprete Antonio Marconi così lo descrisse: «Appartiene ai confratelli di S.M. Maddalena, amministrato
da due deputati eletti. Ora se ne fabbrica uno nuovo di marmo.
L'immagine del Crocifisso che vi si adora è antichissima e molto miracolosa, ad esso vi si ricorre con molta
devozione nelle pubbliche e private necessità, né solo dagli abitanti ma anco da forestieri».
I molti devoti ricoprirono letteralmente le pareti dell'altare con ex voto, che poi furono tolti per ordine del vescovo
monsignor Radini Tedeschi nel 1907.
Ai lati dell'ancona due statue raffiguranti due profeti sono opera di Alessandro Sanz.
Sopra il fastigio della tribuna, due figure di donne sedute (virtù) e un tripudio di angioletti in volo, sono
opera di Pier Giuseppe Possenti.
Nel 1948 l'arciprete Biennati provvide al restauro generale di questo altare. Furono riparati i marmi rotti e collocati
pannelli in bronzo, opera dello scultore Elia Ajolfi di Bergamo, raffiguranti l'orazione di Gesù nell'orto, la
flagellazione, l'incoronazione di spine, i quattro evangelisti ai lati e la deposizione al centro.
Le lesene e le basi della parete di fondo furono rivestite in marmo e, sempre ad opera dell'Ajolfi, furono aggiunti due
angeli sulle lesene stesse. Il tabernacolo ha una porticina con sbalzo di Luigi Guerinoni.
L'ALTARE DI SAN GIUSEPPE - Fino agli ultimi anni del 1800 era dedicato a sant'Antonio di Padova,
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