fotografia di pagina 83




Nella pagina precedente e in questa: alcune immagini dell'inginocchiatoio del Piccini:
1.Veduta complessiva
2. La parte superiore
3. La medaglia con la deposizione dalla Croce
4. La medaglia con il paradiso

sopra: Una delle sculturine che ornano l'inginocchiatoio.
sotto: alcuni banchi della chiesa parrocchiale.





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essendovi sito grande da ponervi l'oratorio e di godere anche il rilievo a piacimento, et ciò a motivo di far spiccare li 4 novissimi et render devotione.
L'oratorio è tutto di legno scelto di noce e bosso con pianta quadrangolare e con bei giri e spaccati di architettura, fatti a scarpello, ove fra il gradino et appoggio brachiale v'è in mezzo una gran bocca aperta di mostro con tre faccie dinotanti tre pene de' dannati; cioè di danno quella che apparisce cieca, di senso per le fiamme et l'eternità avendo i denti e la bocca chiusa. Entro quella di mezzo v'è l'inferno con una moltitudine di demoni et dannati in terribili forma e gesti; e su questo mostro la Disperazione traboccante con pugnale nel petto e mani nei capelli; e sotto detto mostro v'è l'Accidia distesa e sonnacchiosa, e nelli sei termini laterali li altri sei vizi capitali coi suoi gerolifici convenienti.
E sopra l'appoggio con simile pianta s'alza l'anconetta che nel mezzo ha medaglia della Deposizion di Croce di N.S. et allo intorno fuori li 4 Evangelisti sedenti con i suoi simboli, e nei termini laterali due medaglie recanti i due novissimi Morte e Giudizio, et per morte il transito di S. Giuseppe assistito da Gesù e Maria con corteggio di angioli in nivola, e dal mezzo in giù il strozzamento di Giuda con demoni, intesi per la morte del giusto e del peccatore, con in angolo uno scheletro con falce et ai piedi camauri, corone, mitre con a latere il Tempo volante con Horologio in una mano e nell'altra i nomi che porge alla morte ivi vicina; a sinistra quella del Giudizio in ordine al quale dal mezzo in giù v'è la Resurrezione de' morti che escon fuori dalle tombe, e dal mezzo in su mediante un trofeo di trombe et libro aperto v'è il Giudizio Universale e più in fuora l'Eternità con serpe in giro in mano e Torre o Rocca in testa.
E tornando indietro, nel mezzo il Purgatorio e all'intorno su suoi poggi v'à il Digiuno, l'Oratione e l'Elemosina con suoi gerolifici.
E nel frontespizio va medaglia che s'intende per il Paradiso con centocinquantina di Beati entro vaga cassa ed ornamento, e in cima le tre Virtù Teologali piramidanti e altri finimenti adatati.
       Firmato: Giuseppe Piccini della Nona».


I BANCHI - Sono 28, in noce, artisticamente lavorati (in origine erano 34). Sono opera di Pietro Salvi da Almenno san Bartolomeo e furono costruiti nel 1894.
L'arciprete Angelo Asperti nel 1912 scrisse che i 32 banchi erano insufficienti per tutti i fedeli e che pertanto venivano usate anche «molte panchette di semplice legno». A quel tempo un banco era risevato alla nobile famiglia dei conti Marenzi, uno alla famiglia Morali, uno alla famiglia del cavalier Luigi Ferrari e uno all'Arciprebenda. Il diritto delle suddette famiglie al banco privato derivava «ab immemorabili» né mai venne contestato.
Nel 1973, logorati dal tempo e dall'uso, i banchi
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