IL SIGNIFICATO
DELL'INCORONAZIONE
DI CRISTO CROCIFISSO



Qual' è il motivo per il quale i Telgatesi nel 1937, con grandi solennità, incoronarono il santo Crocifisso?
Il perchè ce lo scrive don Clienze Bortolotti, arciprete di Telgate a quel tempo e artefice primario di quell'avvenimento.


«D'onde mai l'idea di cingere la fronte del Crocifisso con la corona regale? Lo dice la corona stessa nel suo significato simbolico.
Sono coronati i Re: e la corona è simbolo della loro sovranità.
Erano coronati gli antichi Sommi Sacerdoti, ed è coronato ancor oggi il Sommo Pontefice con la triplice corona del suo triregno, della sua tiara, perchè la corona è l'attributo del Sommo Pontefice, cioè del Sacerdozio alla sua più alta potenza.
La corona, a volte, è anche il simbolo del potere giudicante, come presso i Greci, dove i giudici si coronavano quando si assiedevano al tribunale di giustizia. Si coronavano anche gli sposi per la cerimonia nuziale, ed a miglior titolo, si incoronano i vincitori nel giorno del loro trionfo. E appunto perchè la corona è simbolo di vittoria, di trionfo, si coronarono anche i Martiri, per indicarli trionfatori per la fedeltà a Cristo.
A miglior ragione la corona spetta al Martire Divino del Golgata, che vinse il peccato, il mondo, la morte; a Cristo supremo giudice del passato, del presente, del futuro; a Gesù Sommo Sacerdote del Nuovo Testamento; a Cristo, che sulla Croce ha generato e sposato la Chiesa; a Lui che fu proclamato Re dagli stessi suoi Crocifissori: I.N.R.I.: lesus Nazarenus Rex Judeorum; a Lui che, essendo la stessa Verità e la stessa Umiltà, ha potuto affermare la sua Regalità Divina: Tu dicis, quia Rex ego sum.
Ma il Cristo è Re, Sacerdote, Giudice, Trionfatore, Martire, Sposo, soprattutto sulla Croce, dalla Croce e per la Croce: Regnavit a ligno Deus.
È sulla Croce che Egli ha consumato il suo Martirio: Consummatum est: con quella Passione e morte che fu un eccesso di giustizia da parte dell'Eterno Padre; un eccesso di malizia e di crudeltà da parte degli uomini; un eccesso di bontà e di misericordia da parte del Divino Paziente: Decebant excessum Eius, quem completurus erat in Jerusalem.



Gli straordinari addobbi della chiesa per la festa della solenne Incoronazione avvenuta nel 1937.


È sulla Croce che Egli, Sommo Sacerdote del Nuovo Testamento, Sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedech, ha offerto ed offre il vero perfetto Sacrificio della Nuova Legge per la redenzione degli uomini, sacerdote e vittima nel medesimo tempo. È la Croce il campo di battaglia sul quale ha annientato i suoi nemici: l'arma invincibile con cui ha riportato tante vittorie, tanti trionfi.
È sulla Croce che egli ha dato il primo abbraccio alla sua Sposa, la Chiesa, che, come già Eva dalla costola di Adamo, usciva, ricca di avvenire e di promesse, dal suo petto squarciato, dal suo Cuore ferito, in quel Sangue e in quell'Acqua che furono il simbolo dei due massimi Sacramenti.
È la Croce che gli conferisce il regale dominio universale nel tempo e nello spazio sugli uomini, sulle cose, sugli avvenimenti.
E finalmente, sarà la Croce il segno che lo precederà nei cieli, quando alla fine dei secoli verrà a giudicare i vivi e i morti.
Non sarà, dunque, sulla Croce che si dovrà incoronare Cristo? Non sarà il Crocifisso che avrà diritto ad essere Incoronato?
I tempi antichi hanno nettamente afferrato questo senso di regalità del Cristo Crocifisso, l'hanno tradotto anche nell'arte, che ci ha appunto tramandati questi Crocifissi incoronati, ai quali si aggiunge ora questo di Telgate, in veste di Re e di Trionfatore.
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