in mano davanti a Lui perché ritorni presto dal fronte, e la mamma con le braccia aperte come Lui perchè il figlio
lontano non incontri il male.
Rivedo questa mia gente darsi convegno davanti a Lui nei momenti dell'angoscia.
La rivedo questa mia gente implorante perchè i terreni riarsi abbiano l'acqua, oppure perchè il
sole ritorni a far sorridere la natura.
È un po' strana questa mia gente... Puoi trovare uomini che ancora non hanno fatto Pasqua, ma difficilmente
non li troverai in ginocchio davanti a Lui puliti dal Suo perdono nelle tre feste che ogni anno la Chiesa locale di
Telgate offre al suo Crocifisso.
E così, il 3 maggio, festa della invenzione della S. Croce, la terza di settembre, festa della esaltazione
della S. Croce, e l'ultima dell'anno liturgico, festa di Cristo Re, la mia gente è là davanti a Lui a
testimoniare la sua fede, la sua speranza, ed il suo amore.
Si ferma, Gli parla, Lo supplica e fa sue le parole di Pietro: «O Signore, Tu lo sai che noi ti amiamo».
È giusto, veritiero e consolante poter affermare che la devozione al SS. Crocifisso di Telgate è
ancora forte, profonda e unanime. Lo rivela, oggi, anche il grande entusiasmo con il quale la popolazione telgatese
si appresta a celebrare il cinquantesimo anniversario della solenne Incoronazione».
LA CORONA
POSTA IN CAPO
AL SANTO CROCIFISSO
Dopo i voti e i desideri espressi nel 1922 dall'arciprete Angelo Asperti, fedele interprete di tutto il popolo di
Telgate, la Corona del Crocifisso divenne realtà nel 1937, mentre era arciprete don Clienze Bortolotti.
È una corona veramente regale che cinge mirabilmente la fronte di Colui che dall'alto della croce regna
per sempre come Salvatore del mondo.
Il disegno è opera dell'ingegner Luigi Angelini di Bergamo che, in data 28 agosto 1936, ne fornisce una
dettagliata descrizione a modo di progetto.
Scrive l'Angelini:
«Proporrei d'oro a 18 carati la prima fascia aderente alla testa quanto la seconda in alto.
Inoltre in oro anche gli 8 emblemi della Passione, i pinnacoletti terminali sopra la seconda fascia e la crocettina finale.
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In argento sarebbe eseguito tutto il restante della corona in lamina al titolo 900°, sbalzato e lavorato poi a cesello.
Inoltre in argento massiccio, cioè fuso sempre al titolo 900°, il gruppo dei profili terminali
curvi che dalla seconda fascia si piegano a formare il sostegno della crocetta».
Per la realizzazione sono occorsi 729 grammi d'oro e 2.800 grammi d'argento.
Il costo ha raggiunto la cifra di lire 27.000.
L'esecuzione dell'opera è stata affidata al cesellatore Renato Bonizzi di Bergamo che la portò
a compimento con un lavoro di circa 150 giorni.
Lo stesso Angelini indicò il nome dell'esecutore scrivendo:
«Io personalmente per vari lavori precedentemente affidati al cesellatore Bonizzi posso affermare essere egli
il più accurato dei cesellatori cittadini»,
e ancora:
«la lavorazione da me seguita durante il suo svolgimento è veramente stata fatta con attenta cura e finitezza».
La corona d'argento e oro disegnata dall'ingegner Luigi Angelini e realizzata dal cesellatore Renato Bonizzi.
La corona risulta di grandi proporzioni, la forma adottata è di tipo regale, che meglio si presta di quella
di tipo imperiale al senso plastico di adattamento alla testa scolpita del Cristo. È di forma classica,
con i motivi ornamentali disposti in ritmica equidistanza e modellata secondo un'inflessione di curva tipica delle
antiche corone regali. In alto le otto placchette, inflesse a forma raggiata, reggono una sfera portante la Croce.
Per tutto il perimetro, alternati a bassi ornati, si innalzarono otto punte d'oro, in forma di fiori simbolici.
Un'eccellente opera di arte orafa, veramente degna di cingere il capo della venerata sacra immagine del Crocifisso.
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