col sole perché non ha più acqua o non la vuol dare», ecc.
Si era in Chiesa per la funzione di chiusa della festa e mentre il rev. don Alessio Poli, che in quel giorno aveva tenuto il discorso, con parola colta eccitava alla fiducia e alla speranza nella bontà e onnipotenza del SS. Crocifisso, rumoreggiava già forte e insistente il tuono, l'impeto del vento era straordinario, e l'acqua cadeva in tanta abbondanza e in si gran forza che per oltre mezz'ora tutti si fu obbligati a rimanere dentro. Un'altra volta si ebbe la pioggia quasi nella stessa meravigliosa maniera. Dopo tante altre pubbliche preghiere nella siccità del luglio-agosto 1921 s'era decisa e stabilita la festa ad onore dei SS. Crocifisso per il giorno 20 agosto. La sera del 19 stesso s'era solennemente scoperto il SS. Crocifisso venerato. Scoperto, annuvolarsi il cielo e cominciare a piovere e continuare tutta la notte, fu come la stessa cosa. Rincresce che non siasi tenuta esatta e minuziosa nota di favori e grazie non poche e segnalate che si ottennero per ricorso al SS. Crocifisso che, come è detto nella relazione per la visita pastorale data dall'arciprete Marroni nel 1775, hanno potuto meritare fin da quell'epoca, al venerato Crocifisso il glorioso titolo di «molto miracoloso». Nelle varie epoche in cui si ebbe il colera e che pur qui si volle vittime, i telgatesi fecero ricorso al loro Crocifisso celebrando a suo onore solenni feste votive per impetrare la cessazione del morbo, né si può dire che sieno del tutto ricorsi invano, poiché qui il numero dei morti di quel tempo risulta che nel colera,del 1836 i casi letali furono 21, nel colera del 1855 otto, diciotto in quel dei 1867, 13 in quel dei 1884. Nel 1899 infierendo la difterite che in altri luoghi faceva strage di piccoli, qui il colpito non fu che uno solo, certa Zoffli Rosa di Zaccaria di 9 anni che, a detta del medico curante, non potea aversi che poche ore di vita. I genitori desolati raccomandarono la loro figlia pressoché agonizzante al SS. Crocifisso e il medico il giorno dopo venuto più per constatare la morte della ragazza che per visitarla, ne dichiarava invece, con sua sorpresa, il miglioramento grande e per lui del tutto inesplicabile. Telgate rimasto al tutto immune dal contagio, addivenne come il luogo di rifugio per la salvezza anche di altri fanciulli qui portati dal di fuori. Taccio della così detta spagnola che nel 1918, se anche qui ebbe a entrare pressoché in tutte le famiglie, solo 12 furono i decessi. Manco il dirlo, che nella circostanza della difterite come per la febbre spagnola, i telgatesi avevano invocato misericordia dal benedetto Gesù Cristo Crocifisso. Vengo ora a riferire di talune grazie ottenute da particolari devoti. Certo Facchinetti Bortolo dei furono Giacomo e Nespoli Angela qui nato e domiciliato da tre anni, affetto da dolorosi calcoli vescicali e da più medici dichiarato inguaribile per cronicità.

Perduta la fiducia nei medici curanti si rivolse a G. C. Crocifisso e si metteva nelle mani dello stimato e virtuoso chirurgo-medico Rota di Chiari, il quale felicemente operatolo, dopo tre soli giorni di cura dall'operazione, si levava dal letto senza più sentire, nella sua lunga e laboriosa vita, traccia alcuna della malattia prima sofferta. Il Facchinetti quando fu operato nel 1877 contava 25 anni, ora ha compiuto i 70. Nel 1891 certa Belotti Rachele vedova Mazzola Giuseppe di qui, da vari mesi ammalata di cancro, e più volte operata, il cancro si riproduceva. Nell'ultima operazione i medici ebbero a dichiarare che all'infelice non potevano restare che pochi giorni. Ricorsa la disgraziata assieme alle fervide preghiere dei suoi di casa al SS. Crocifisso per chiedere un po' di salute ancora essendo troppo necessaria la sua presenza in famiglia. E nei sei anni che sopravvisse, più nessun sintomo di cancro né disturbo. Morì invece di apoplessia il 10 marzo 1897. Il Crocifisso aveva ascoltato la supplica di quella buona vedova. Patelli Caterina moglie di Manenti Costante di qui, trovandosi nel 1898 a Lucerna a motivo di lavoro con tutta la sua famiglia, da vario tempo pativa di emoraggia dai medici dichiarata incurabile. Da colà ella e la famiglia fece ricorso al SS. Crocifisso e qui spedì l'elemosina perché al SS. Crocifisso fosse cantata Messa in ringraziamento della grazia ottenuta; e come ebbe a dichiararmi la soprannominata dopo il suo ritorno colla famiglia in paese, non ebbe più nessuna traccia né ripetizione di quella infermità, e tuttora nella età avanzata gode ottima salute. Uno della parrocchia di Grumello del Monte, di cui però non conosco il nome, tutti gli anni da che mi trovo qui è solito far celebrare qui una Messa ad onore del SS. Crocifisso, in ringraziamento, come egli mi disse, di aver ottenuta la guarigione completa d'un suo figlio, che colpito dalla difterite nel 1899, era ormai ridotto in agonia. Loda Giuseppe Domenico di fu Angelo di anni 36 qui nato e domiciliato ammogliato, affetto da acuta artrite era obbligato a letto da due mesi né si aveva speranza di prossima guarigione. Nella circostanza in cui si era tolto il SS. Crocifisso dalla nicchia per esporlo solennemente in Chiesa e solennemente portarlo in processione, il Loda fu da due persone più che accompagnato portato alla Chiesa, poté baciare i piedi del Crocifisso e a Lui ricorse con grande fiducia chiedendo la necessaria primiera salute per essere in grado di guadagnare il necessario sostentamento alla sua famiglia. La grazia fu immediata, poiché potè ritornare a casa senza bisogno di aiuto e il giorno dopo la festa, cessato ogni dolore e gonfiore al piede, potè riprendere il consueto lavoro di giardiniere. L'anno in cui il Loda assicura di aver avuto la segnalata grazia fu il 1900. Nel 1902 certa Brevi Carola di qui, ammogliata a Facchinetti Bortolo, trascinava la sua vita tra il letto e il
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