Un dipinto del '700 con sacerdoti, nobili, popolani, sani e ammalati in preghiera davanti al Santo Crocifisso mentre nel 1760 pronunciano il voto di celebrare in perpetuo la festa del 3 maggio. (Quadro conservato in sacristia).

alla Taumaturga Immagine andò ognor più aumentando. Dallo spoglio dei registri di sacristia risulta che l'annua votiva festa del 3 maggio fu celebrata costantemente e sempre con grande devozione e solennità, e che a questa festa presero parte non pochi dei paesi circonvicini e sempre con straordinaria frequenza ai SS. Sacramenti. Nella lunga serie di anni che decorre dal 1760 fino ad oggi 16 luglio 1922 è ben raro l'anno in cui oltre l'annua votiva solenne festa del 3 maggio, non sia stata celebrata altra solennità per impetrare dal SS. Crocifisso, solennemente esposto, grazie e favori, come ad esempio pioggia in dura siccità, serenità in caso di piogge prolungate, come pure in circostanze di mali contagiosi (1836 - '54 - '67 - '86) di colera, vaiolo, difterite, infezione epidemica del bestiame, né mai invano si fece a Lui ricorso. Molte sono le Messe cantate lungo l'anno all'altare del Crocifisso a richiesta dei devoti per sé e i loro cari afflitti e tribolati; specialmente durante la grande guerra, al sottoscritto da Milano, Brescia, Bergamo
pervennero elemosine per celebrazione di Messe private e cantate ad onore del SS. Crocifisso. Non dico poi dei miei cari figli soldati che lontani nei pericoli della guerra si tennero col loro spirito vicini al caro Crocifisso e spesse volte dal campo mi giunsero somme per funzioni pubbliche al SS. Crocifisso per ottenere la loro protezione. È con particolare compiacenza che ricordo due fatti ,dai quali fu testimonio l'intera popolazione, il primo nel 1866, il secondo il 2 agosto 1904. Partirono chiamati per la guerra, nel 1866, 22 giovani di questa Parrocchia non senza aver implorato dal SS. Crocifisso protezione e scampo, con promessa solenne dell'intero popolo, che si sarebbe celebrata in onore del SS. Crocifisso solenne festa di ringraziamento quando tutti i cari soldati fossero ritornati in seno alle loro famiglie. La guerra era terminata, i giovani avevano fatto ritorno, eccetto uno del quale dopo la partenza non era stato possibile avere notizia alcuna: Finazzi Santo di Giovanni. Morto, prigioniero, disperso? Erano queste le angosciose domande che correvano per le labbra di tutti. E per non recare nuovo dolore alla famiglia disgraziata che piangeva il suo caro, come perduto, si era protratta la promessa festa di ringraziamento per il ritorno dei 21 da oltre due mesi. Con dolore della popolazione per il mancato ritorno del caro suo figlio, si delibera e stabilisce il giorno della festa. Quando proprio nel giorno stabilito, durante la Messa solenne, mentre Telgate si trovava in Chiesa raccolta a pregare Gesù Crocifisso, quasi non credendo ai propri occhi, vide entrare il giovane soldato Finazzi che si credeva perduto. A tale vista quale possa essere stato nella popolazione il parossismo dell'entusiasmo è più facile pensare che descrivere. Le dolorose vicende passate del povero giovane durante la guerra, motivo pel quale si era creduto morto, e del suo prolungato ritorno raccontate al popolo, servirono a far meglio conoscere che non invano aveva posta la sua fiducia nel SS. Crocifisso. Il secondo fatto straordinario che ebbe testimonio, oltre a chi scrive anche tutta la popolazione, avvenne la sera del 2 agosto 1904. Fu veramente quello un giorno di sole infuocato, nessuna nube che solcasse l'aria afosa e opprimente e desse indizio di pioggia vicina, tanto bisognosa per le arse campagne. Per impetrare la pioggia per ben due volte a pochi giorni di distanza si era scoperto solennemente il SS. Crocifisso, ma ancora invano. Rincresceva sentire da taluni forestieri espressioni che sentivano di sfiducia e quasi di disprezzo come queste: «Anche il Crocifisso di Telgate è divenuto vecchio, non sente più le preghiere - questa volta si copre
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