Nel 1881 un decreto del vescovo Camillo Guindani prescriveva: «Si faccia riparare il quadro di valore che serve da ancona all'altare ed è giudicato da alcuni opera del Talpino e si trasporti in Parrocchia perché sia meglio conservato».
Nel 1907 il vescovo Radini Tedeschi raccomandava, vivamente restauri generali dei quali c'era veramente bisogno.
Delle due disposizioni citate la prima fu disattesa, purtroppo con gravi conseguenze. Nell'estate del 1971, ladri rimasti ignoti, asportarono dall'altare il prezioso quadro. Venne ritrovato e, restaurato, riposto sull'altare, ma di nuovo rubato ed ancora ritrovato, ma questa volta in condizioni di assoluta rovina e pertanto dichiarato irrecuperabile. Monsignor Guindani dall'aldilà deve aver sussurrato: «Ve l'avevo detto!».
La seconda disposizione invece fu presa sul serio, e nel 1908, come testimonia anche la scritta posta all'interno sopra la porta d'entrata, sono stati fatti buoni lavori di restauro, con il completo rifacimento del tetto e l'aggiunta dell'elegante atrio di facciata.
Da allora vi fu un rilancio devozionale con Messe sempre più numerose, quattro uffici funebri all'anno per i defunti e Messe cantate per il buon andamento e la conservazione dei frutti della campagna (così scriveva l'arciprete Angelo Asperti nel 1912).
Il vescovo Luigi Maria Marelli nel 1920 dichiarò con soddisfazione che l'oratorio di san Giuliano si trovava in buono stato.
A questo punto le vicende storiche lasciano il passo alle vicende artistiche. Durante i sopralluoghi effettuati dopo il furto del quadro dell'altare, si trovarono tracce di antichi affreschi. Il primo rinvenimento, avvenuto nel 1972, infervorò gli animi verso ulteriori ricerche, che non lasciarono delusi i più diretti interessati: l'arciprete don Gildo Rizzi, il restauratore Sandro Allegretti di Bergamo e il sindaco Gianluigi Finazzi che all'opera assicurò anche l'interesse dell'Amministrazione comunale. Demoliti con perizia e pazienza due pilastri sorreggenti un'arcata, probabilmente costruita nel '700 per consolidare la tenuta del tetto, apparvero i colori brillanti di due bellissime figure: una Madonna con il Bambino in grembo e san Giuliano. Altri affreschi furono recuperati successivamente: Madonna con il Bambino e san Bartolomeo, e ancora san Bernardino, san Maurizio e sant'Ambrogio.
L'intera opera di restauro è stata seguita dalla professoressa Tardito della Sovrintendenza alle Belle Arti di Milano.
Le opere furono attribuite sommariamente a uno sconosciuto artista del '400, quasi sicuramente lombardo, ma con evidenti influssi della pittura veneta.




Affreschi del '400 scoperti nella chiesa di San Giuliano nel 1972, attribuiti a un artista
probabilmente lombardo influenzato però dai canoni della pittura veneta.
fotografia di pagina 49
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