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riproduzione del brano tratto dal libro Effemeride sagro-profana di padre Donato Calvi, dove si narra di un fatto criminoso avvenuto in Telgate nel 1620.


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scorcio di uno dei tanti cortili rustici come ve ne erano molti un tempo in Telgate.
per precauzione contro il morbo indossavano vesti di tela cerata tutte le volte che si recavano a confessare gli ammalati e quando tornavano dall'amministrazione dei sacramenti, con una bacchetta che tenevano in mano, facevano segno a quanti incontravano di scostarsi e fare attenzione per il pericolo di contrarre contagio.
Anche molti preti morirono di peste contratta nello svolgimento del loro ministero e affranti dalle fatiche pastorali, lasciando esempi luminosi di carità e fedeltà ai loro parrocchiani.
I cadaveri delle vittime della terribile epidemia furono sepolti nella calce in fosse comuni, ricordati e venerati, tanto che non vi è località del bergamasco che con cappellette, lapidi o altari, non ricordi i morti delle varie pestilenze.
Con l'avvento del dominio veneto anche le fazioni persero la loro spinta aggressiva e nel 1428, come segno di ritrovata unità, le bandiere gialle dei Guelfi e quelle rosse dei Ghibellini si fusero in un unico stendardo o gonfalone, dando così origine allo stemma della nostra città che tuttora mantiene il giallo e il rosso come colori componenti.

TELGATE DA IERI A OGGI

Negli ultimi recenti secoli non si trovano nella storia del paese avvenimenti tanto rilevanti da dovere essere segnalati. L'antica importanza e nobiltà hanno subito un progressivo ridimensionamento, anche a motivo di una costante crescita altrui che ha prodotto un più equilibrato rapporto di valori nell'ambito del circondario.
Caduta l'importanza dell'antica strada che fece la fortuna della primitiva Telgate, sostituita da altre ben piú razionali vie di comunicazione, il paese restò quasi tagliato fuori dalle direttrici dei grandi traffici; solo recentemente l'autostrada lo ha rimesso in corsa.
Caduta l'importanza delle antiche chiese battesimali e collegiate, non rimase che l'onore di vicaria plebana, fino a un recente passato.
Dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II nella nostra diocesi si è proceduto però a un radicale riordino delle giurisdizioni ancora legate alle antiche istituzioni vicariali.
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