fotografia di pagina 104



fotografia di pagina 104
La lucidatura è stata eseguita volutamente non «a piombo» ma «opaca» e ciò su suggerimento del progettista e dell'Ufficio di arte sacra della Curia, tenendo conto dello stile della chiesa che appunto esigeva tale tipo di lucidatura.
Ora il nuovo pavimento è una consolante realtà e di generale soddisfazione.
Durante i lavori per il nuovo pavimento, si è provveduto anche alla «messa a nuovo» dei banchi della chiesa.
Sono 28 banchi di noce, lavorati con mano d'artista: purtroppo mostravano da tutte le parti il logorio del tempo: cariati, si potrebbe dire mangiati dal tarlo, con aggiustature non di noce, con vari pezzi mancanti; era ormai tempo o di perderli o di salvarli. Molti parrocchiani hanno preso visione del banco riparato come modello e hanno subito sentenziato per la riparazione generale.
L'opera di riparazione è stata affidata alla Ditta Berger, con sede a Milano, esperta in lavori del genere. Nella riparazione si è proceduto al bagno antitarlo, all'aggiustatura delle rotture e dei pezzi mancanti, alla sostituzione con pezzi di noce dei pezzi non di noce (opera di riparazioni del passato) e alla lucidatura al color naturale del noce.
Ora i 128 banchi, dopo il soggiorno in casa di cura, sono ritornati e fanno mostra di buona salute nella nostra chiesa, un pò anche a dispetto dei numerosi antiquari che, avendoli visti nel capannone della ditta restauratrice, con molta golosità, avevano chiesto di acquistarli per farne pregiati pezzi d'antiquariato.
Anche per quest'opera, che ha superato il milione di spesa, un doveroso grazie ai generosi offerenti».

Dal settembre del 1973 tutto l'interesse fu rivolto al restauro e al ricupero delle meravigliose opere d'arte riportate alla luce nella chiesetta di san Giuliano.
Fu un lavoro lungo, paziente, ma che recò la più grande soddisfazione a tutti. (Vedere i particolari ove è descritta la chiesa di san Giuliano a pag. 49).
Se è giustissimo pensare alla Casa del Signore, è almeno giusto pensare anche alla casa dell'arciprete. Nel 1975 ebbe inizio un intervento di quasi totale ristrutturazione dell'antica e ormai cadente abitazione «canonica».
Delle sue precarie condizioni si hanno descrizioni datate 1703 (a opera dell'arciprete Carlo Cabrini) e 1912 (arciprete Angelo Asperti).


Una stanza della vecchia casa dell'arciprete (in alto) e il camino in pietra arenaria della cucina degli antichi arcipreti, ancora oggi conservato e funzionante (a fianco).
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