A questo punto, dovendo entrare nei particolari, il tono di chi scrive necessariamente deve assumere il carattere quasi freddo del cronista perchè, trattando dell'opera di persona ancora attiva, non si vuol fare commemorazione forzatamente elogiativa, ma semplicemente riferire sui momenti salienti e significativi della vita parrocchiale, senza incappare in forme retoriche superate e antipatiche non solo per noi ma anche per l'arciprete medesimo. L'esaltazione in forma aulica viene pertanto lasciata ai posteri.
Il settore strettamente pastorale è quello che maggiormente trova impegnato, per compito specifico, un sacerdote.
Don Rizzi ebbe subito uno sguardo di interesse per le attività oratoriane (non poteva essere diversamente per un ex direttore d'oratorio), e cercò di entrare con sollecitudine per verifiche e ricerche nel campo della catechesi, specie nel settore ragazzi e giovani, sia maschile che femminile, e nell'attività del «Centro Giovanile», vero centro propulsore di iniziative nella pastorale parrocchiale.
D'altra parte lo stesso vescovo Clemente Gaddi, nella visita pastorale del 1971, aveva raccomandato di «sorreggere con profonde convinzioni i principi e la pratica religiosa finora accettati molto per tradizione».
Al fine di creare convinzioni da tradurre poi in testimonianza d'azione, l'arciprete, in collaborazione con il direttore dell'oratorio, cercò di sostenere e promuovere il «Gruppo dei catechisti», che più di ogni altro, per finalità e prassi operativa, è dentro le prospettive del cammino comunitario.
II «Gruppo dei catechisti», infatti, era chiamato ad essere una struttura


L'arciprete don Gildo Rizzi si intrattiene affabilmente con gli anziani riuniti in un amichevole incontro conviviale.
portante dell'esperienza comunitaria non solo giovanile, dopo la crisi dell'Azione Cattolica, della vecchia catechesi con i suoi dogmatismi e varie lacune sui nuovi problemi sociali, e non ultimo il rifiuto della rigidità della tradizionale vita associativa che aveva infuso sicurezza a tante generazioni del passato. Fu un lavoro di grande pazienza e non sempre facile.
Interventi di aggiornamento dottrinale trovarono ampio spazio nella catechesi agli adulti, specie nella dottrina domenicale e nei frequenti periodici incontri con settori e categorie particolari di parrocchiani, come: donne e spose, uomini e giovani, gioventù femminile, fidanzati, e in generale per la opportuna preparazione ai vari sacramenti.
La vita liturgica, favorita anche da nuove propensioni, trovò sollecite cure; se pur lentamente vennero rilanciate antiche pratiche e celebrazioni, quali: il Triduo dei Defunti, la Giornata eucaristica del Corpus Domini, la festa della Madonna del Rosario, di san Giuliano, di san Rocco con relative processioni, che non mancarono di richiamare sempre un buon numero di fedeli e incidere positivamente sul ricupero di sempre valide devozioni.
Le «Missioni al popolo», antica provvidenziale istituzione, che nella storia spirituale della Telgate antica hanno sempre segnato periodi di forte ripresa, per ben due volte (1975 e 1985) sono state opportunità di revisione di vita e sicura crescita attorno a quei valori che veramente contano.
Anche gli anziani hanno trovato il giusto spazio nell'opera pastorale della comunità; l'interessamento per i loro problemi e l'organizzazione delle varie giornate dell'anziano sono stati i giusti riconoscimenti alla loro testimonianza di fedeltà a Dio e alla Chiesa, testimonianza di altissimo valore oggi, perchè valido
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