PAESE E DINTORNI
Nomi,cognomi
e...
Soprannomi
Curiosando qua e là in archivio... dal registro delle Anime, anno 1942 |
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Vi sarà certamente capitato di osservare sui manifesti dei funerali come, talvolta, accanto al nome del defunto sia indicato tra parentesi un soprannome del medesimo. Nelle intenzioni dei familiari vuole essere un identificativo migliore a ricordare l’identità del proprio congiunto in modo da renderlo più palese col soprannome maggiormente conosciuto nell’ambito della propria comunità. Questa abitudine, lungi dall’essere in qualche misura lesiva della personalità di ciascuno, aveva il solo scopo di distinguere tra le numerose famiglie portanti il medesimo cognome, i singoli appartenenti. Nel nostro paese, è noto come la presenza simultanea di famiglie con il medesimo cognome, senza magari alcun grado di parentela, sia abbastanza frequente; e la distinzione dei medesimi è sempre stata difficoltosa al punto che già nel 1650 sui registri d’ anagrafe della parrocchia, troviamo elencati i diversi rami delle famiglie più note. Il caso emblematico delle famiglie Bertoli e Vavassori (vedi nota a latere) Il Parroco pro tempore volle cominciare a distinguerne le radici partendo dai tre figli di un Vavassori …. Abele, Filippo e Francesco (Manarino) che hanno originato i discendenti distinti in Abeii , Felèp, e Manarì. |
Da quel momento sono sempre stati registrati sui libri dei battesimi, delle cresime, dei matrimoni, fin anche su quello dei defunti con il rispettivo soprannome che dura tuttora. Analogo discorso vale per le altre famiglie Bertoli, Belotti, Brevi, Milesi e via discorrendo… Nell’intenzione di chi scrive si voleva esaurire l’argomento con due o tre pagine del notiziario. Tuttavia, col diffondersi di tale iniziativa, sono giunte in redazione tante e tante notizie che sarà opportuno pubblicare l’intero progetto editoriale in più puntate sui prossimi numeri. Iniziamo quindi con le Famiglie Vavassori e Bertoli: le più numerose. |
Soprannomi delle famiglie di Telgate |
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VAVASSORI di Abèii: discendenti da Abele - löc di Abèii Bachétt: detto anche "Mosca Bachett" Barba: Gestore della tabaccheria in via Arici (vedi S. Domenico) Calepì: residenti in via S. Rocco - löc di Calepì Ciuchì: Emigrati a Cusano Milanino Felèp: discendenti da Filippo - löc di Felèp Fragelada: ramo di suddivisione ulteriore della famiglia Vavassori Frèer: ramo della famiglia Vavassori di professione fabbri e maniscalchi Sandrècc: ramo di suddivisione ulteriore della famiglia Vavassori Molana: ramo di suddivisione ulteriore della famiglia Vavassori di Mosche: ramo di suddivisione ulteriore della famiglia Vavassori de' Manarì: ramo della famiglia Vavassori residente nella frazione di Porte Manarini del Bèlo: capimastri e muratori (via Leone XIII) del Ros: dall'evidente colore dei capelli |
BERTOLI Baròsa: Fruttivendoli e riparatori di carri agricoli Bisiga: residenti nella corte denominata "Vaticano" Batistì: residenti nella corte denominata "Vaticano" Gaza: originari della cascina "Gazza" Gimonta: residenti nella cascina all'incrocio di via Verdi löc di Gimonte Löster: Angelì ex (sindaco) e Adriano (sacrista) con Giuliano (corista) sono cugini Muschì: ramo di suddivisione ulteriore della fam. Bertoli Minoja: (c'è solo l'indicazione del soprannome) Papì: Emigrati a Bergamo: gestori di un'osteria in Borgo Palazzo "del Papa", emigrati a Chiuduno (Gianni e Venturino?) de' Poegia: discendenti della famiglia Bertoli löc di Poegie Polaröl: discendenti della famiglia Bertoli - löc di Polaröi di Raèshe: Vittorio il fondatore della "Mon Bebé" löc di Raèshe di Rocòi: Andrea (ex sindaco) suor Isidora, Bruno e il fratello Remigio? |
Nomi e soprannomi...
Attività, luoghi, siti e cortili
Balìna
Marchetti
Bariga
Gambarini
Barborècc
Pigolotti
Bardèle
Pontoglio
antichi gestori del bar San Giorgio
Bira
Croci
Buti
Bolis
Concimaia
Belotti Rino: Negoziante di alimentari in via Arici
Balia
Belotti ??
Galüpì Belotti: Agricoltori
residenti in via Crocifisso (löc
di Galüpì)
Patàm Belotti
Rosolino: Fattore dei
Signori Ferrari ex proprietari terrieri
Barbèl
Brevi
capostipite di una famiglia di industriali telgatesi
Girell
Brevi
gestori dell’osteria in via Arici ( löc di’ Gireii )
Murì (i)
Brevi : due
rami significativi di agricoltori
( i löc di Murì) in
via Roma, e via Leone
Duce
Tensi
abitavano in via Torre (angolo con via Dante)
Bargiöl
Tensi ?? Camòsh Tensi ??
Sibla
Tensi Abitano
tuttora in via Fossa
Messo (del) Tensi Francesco:
Indimenticato “ messo comunale” negli anni 50/60
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======================================================================= Singoli soprannomi di persone che hanno segnato l'anagrafica popolare della società di Telgate Ciosca Turani di gigantesca statura fungeva da capocolonna destro nelle processioni
Tarzan
Pigolotti di gigantesca statura
fungeva da capocolonna sinistro
nelle processioni
Mariàna
Mariani Ernesto
il factotum in chiesa… un po’ corista e un po’ catechista
Magnà
Famiglia Preti
Sacrista negli anni 50
( löc del magnà ) all’inizio di via Arici
Calì
Bonassi originari da
Calino ( vedi articolo
RicordAvi di Massimo Gafforelli)
ol’ Genio del (poer) guardia
figlio del popolare guardacaccia d’anteguerra
Geremèa Colombi
Daniele: noto stradino e seppellitore negli anni 50 del secolo scorso
Bepo Bechèr Magri
Giuseppe, titolare di una macelleria ( poi Gioielleria Consoli ) in via
Arici
Mosè
Bonassi Pietro: titolare
con la moglie Orsola di un negozio di alimentari in via Arici
Scelba
Luigi Belotti: indimenticato e valente giocatore di calcio, dal
forte carattere, stimato e granitico sindacalista alla Falk
Zara (Felice) Indimenticato profugo Istriano stabilitosi a Telgate dopo l’esodo dei connazionali italiani. (al 3 di maggio ritornava sempre a Telgate per la festa del S. Crocifisso)
Piero di scécc : capostipite
di una numerosa famiglia
Bertoli residente in via Cesare Battisti
Ciciò de la Passerera
Famiglie Rivellini
Merlì dei Rocoj
Sindèc de’ la “GerÖla” Rivellini detto anche
“ol Tata” ?
de Scarlèt per tutte
quelle famiglie residenti nel cascinale Casletto:
Marini - Pedrini – Croci -
di Ostiane Famiglie
Bonetti/Marchetti residenti nella omonima cascina demolita negli anni 60
di Treàne Famiglie Baldelli
residenti nella cascina omonima
di Venecc Famiglie
Battistello residenti nella cascina di via per Palosco
La ricchezza
e la trattazione di questa memoria storica si spinge a frazionare
in diverse pagine l’argomento che andrà pubblicato anche sui prossimi numeri del
bollettino, nella speranza di dare seguito ad un dibattito mai trattato e che promette di essere interessante sulla storia e sul costume
del paese di Telgate.
Per continuare, abbiamo segnato su una mappa di
fine 800 i cortili o le case che
rimandano al nome o ai
bergamasco significa cortile interno o sito in cui erano abitualmente residenti le famiglie o i nominativi che abbiamo in parte elencato). Scusateci per gli involontari errori o dimenticanze che siamo sempre pronti a rettificare. ===================================================================================================================================
Legenda delle residenze e delle attività nel centro storico di Telgate (in senso antiorario)
1
- Palazzo di "Abeii" Vavassori
con annessi magazzini di materiale edile (ora Municipio)
2
- Palazzo dei conti
Marenzi. in seguito di Bonetti Luigi e della maestra "Murina"
3
- Palazzo dei Bertoncini con annessa
"cereria", ora Longaretti
4
- Antica
osteria - gelateria del
“Bògia” Foppa Pedretti
5
- Bottega della Gina de’ Batistì
(casalinghi e bombole di gas)
6
- Chiosco del benzinaio e ciclista “Luige” Plebani
7
- Bottega del sarto/barbiere “ Lerio “ Toccagni
(serturì)
8
- Lӧc di “Foppe”
con bottonificio interno del “Poro”
9
- Osteria S. Giorgio di
“Bardèle”, in seguito de’
Gioanì di Paris -
10 - Latteria-Gelateria “de la Angela di “Mosche"
11 -
Lӧc di Calvi
12 - Mercerie
della “Buti”
13 - Ambulatorio Medico-Ginecologo
del dott. Belotti
14 - Lӧc di Belometti
15 - Lӧc di Cochi / Erli
detto anche “Bròl”
16 - Lӧc di Cerea
17 - Lӧc di “Toni” Milesi
18 - Falegnameria zoccoleria de “Baback” Guglielmo
Mazzola
19 - Lӧc
di Tensi "Campaner"
diventerà poi la nuova bottega della “Polarӧla”
20 - Lӧc di “Bariga” Gambarini o
Giavarini?
21 - Lӧc di “Mafè” Famiglie
Felotti
22 - Lӧc di “Murì”
Famiglie Brevi
23 - Lӧc
di Pesenti con
annessa “ortaia” che curava “ Gigio Mafè”
24 - Bottega della “Polarӧla” poi divenuta prima sede dell’orologiaio Consoli
25 - Lӧc de’ Teresa di “Rò”
26 -
Forneria e salumeria
“Bertòlli” divenuta in seguito Cantoni
27 - Macelleria Marsetti
28 - Lӧc di Cottini “Bernì” e de la “Barbisa”
29 - Osteria del "Fachinett" con due campi di bocce nel cortile interno 30 - Lӧc di Paris con annesso macello |
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Soprannomi delle famiglie di Telgate Gioanòto Vavassori Autotrasportatore presidente dei Bersaglieri di
Telgate Non sarebbe completa in ogni caso la disanima anagrafica della nostra
comunità se non considerassimo anche le Figure femminili che lungo i
decenni hanno distinto il nostro paese. Vogliamo solo citarle e sperare
che nei prossimi numeri si possa, magari, approfondire anche questo
notevole aspetto della nostra comune storia.
Riprendiamo a questo punto l’individuazione dei siti e cortili e alle attività artigiano-commerciali domiciliate in via Arici; all’interno della via Fossa e lungo la via Cesare Battisti.
A lato la fotografia della vecchia sede del Municipio di Telgate in via Arciprete Arici (anni 40/50)
30- Palazzo di Casali Firmo (ex pertinenza dei nobili Marenzi inserita nel castello fortificato) 31- Forno di Gagni Pasquale e bottega-panetteria della moglie Marchetti Bruna e sorelle. 32- Bottega di alimentari di Rino Belotti “Concimaia” 33- löc di Magnà (Famiglia Preti, il padre era il sacrestano della chiesa) 34- Bar e mescita del circolo Acli; lungo i decenni si sono avvicendati diversi conduttori 35- löc de’ Ernesto Mazzola (Baback) fratello di Guglielmo 36- Macelleria di Bepo Magri (Bechèr) poi sede della Gioielleria Consoli 37- Bottega di alimentari del “Mose” e della moglie Orsola 38- löc di Poegia. Famiglie Bertoli (laboratorio della nostra Bepina) 39- Magazzino di alimentari delle Michere (drogheria e generi vari) 40- Osteria de’ Girell e löc interno delle Famiglie Brevi: (Sala e Gireii) 41- Municipio- Antica sede del comune di Telgate, poi centro Pensionati ed Associazioni 42- löc di Barborecc - Famiglie Pigolotti 43- Tabaccheria - valori bollati e giornali di Vavassori (Barba) e löc di Rugèr 44- Bottega di Frutta &Verdura de la Baròsa 45- löc del Vaticano - Famiglie Mazzola, Bertoli, Gatti. 46- löc di Vescovi (Caciù); si ricorda il capostipite Tino: avviatore del recupero di cartone, ferro e materiali vari. 47- löc di Toni (Famiglia Milesi) con rivendita interna di mangimi e attrezzi agricoli. 48- löc di Casaii (Famiglia Casali) con impianto di imbottigliamento di acque gassate. 49- löc di Zambeii (Famiglie Zambelli-Forlani) con fabbrica interna di poltrone e sedie per cinema/teatri 50- löc di Fratus (con fabbrica interna di scatole e contenitori di cartone) 51- löc de’ Stora (Famiglia Ruggeri). Davanti verrà
costruito il ristorante “Al Piave”
Riprendendo da via Fossa verso via Cesare Battisti 54- löc di Montagnì (famiglie Belometti) 55- löc del Sibla (famiglie
Tensi, vi abitava la mitica e valente infermiera Irma Tensi) 56- löc di Cerea: ora inglobato nel nuovo edificio detto “La Corte” 57- löc di Balièe (famiglie Belotti, all’interno due campi di bocce con piccola osteria 58- löc di Frèer (Famiglia Vavassori: Maniscalchi e fabbri “Carlì freer”) 59- löc del Pepa (Famiglia Erli) 60- löc di Pià (Famiglie Plebani affittuarie dei conti Marenzi o Balp?) 61- löc de’ Macedonia (Fratus) e del falegname Giacomo Manenti (Selù) 62- löc de’ Angel elettricista con negozio (poi del figlio Gigi Vavassori) 63- Insediamento industriale Cereria Bertoncini, distrutto dopo l’incendio del gennaio 1922. Usato durante l’ultima guerra come ricovero di lavoranti prigionieri e di attrezzature da parte delle forze tedesche d’occupazione. 64- löc del Faturì (famiglia Finazzi)
Dirimpetto, il cascinale dei “Gimonta e dei Baròsa”: Famiglie Bertoli. Oltre questi edifici non vi sono altre costruzioni fino al confine con Bolgare. Più lontano, abbiamo le due chiesette di San Domenico e di Santa Lucia, entrambe scomparse. Queste due costruzioni non sono raffigurate nella mappa originale del centro abitato.
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Il paese com’era… prima dello sbarco sulla Luna!
Il periodo che abbiamo esaminato sui precedenti numeri del notiziario, riguardava quello compreso negli anni 50/60 del novecento. Dopo aver considerato il centro abitato e la parte ovest verso Bolgare sul numero di giugno, continueremo verso Est aiutandoci sempre con una o più fotografie recuperate in archivio. Sulla nota mappa, andiamo ad individuare la via S. Rocco e la sua prosecuzione verso il cimitero. Rileverete che a quel tempo l’abitato terminava dopo la corte della famiglia di Marsetti Giacomo (precursore dell’attività industriale del paese fin dall’anteguerra) titolare di una fabbrica di scatole ed imballaggi di cartone. Il viale del cimitero era ancora quasi privo di edifici e costruzioni fino alla cascina Roccoli. La foto che esaminiamo risale al 1950 o prima. È stata presa mentre si svolgeva un funerale. Mons. Pietro Biennati indossa la cappa rossa tipica degli arcipreti. Si noti la roggia Conta ancora a cielo aperto che, proveniente da nord, sotto passa la sede stradale e costeggia il muro di cinta della scuola elementare. Questo importante corso d’acqua svolgeva nel centro del paese rilevanti funzioni, preziosissime a quel tempo:
- Abbeveratoio per le bestie ricoverate nelle numerose stalle della parte sud del paese. Frequentando le scuola materna ed elementare, molti scolari, come il sottoscritto, avranno certamente osservato uscire da quei portoni uomini e donne con sulle spalle il “palanchino” alle cui estremità erano appesi due capaci secchi da riempirsi con l’acqua del torrente, da portarsi in equilibrio fino alla stalla. Operazione che si ripeteva più volte al giorno.
- Lavatoio lungo il corso che attraversava il paese, vi erano dislocate numerose “cale” sui bordi, sulle quali, in ogni tempo e stagione, le casalinghe si inginocchiavano per farsi il bucato. Munite di canestri ripieni di biancheria e di sapone (magari fatto in casa) e seguite da uno stuolo di figliole adolescenti, queste brave donne si accovacciavano sulle lastre di pietra e immergevano i panni insaponati direttamente nell’acqua; i detersivi e le lavatrici moderne erano ancora di là da venire... Era anche un piacevole luogo d’incontro per il mondo femminile di allora che, mentre attendeva il proprio turno, poteva scambiare qualche parola. I bar attuali, così come li conosciamo oggi, che al tempo erano solo delle semplici osterie o caffetterie, erano aperti solo agli uomini; vietati quindi a donne e ragazzi.
Su questo tratto scoperto della Conta, l’andare e venire di quel mondo ancora pienamente agricolo era pressoché continuo e costante spesso fino a sera inoltrata. Vi erano tre lavatoi accessibili: uno a gradoni discendenti nell’alveo, all’incrocio di via S. Rocco con via Manzoni di fianco alla casa del sindaco Murì (Angelo Brevi); uno davanti alla scuola (si vede nella foto) e l’altro, dopo il gomito del torrente di fronte alla trattoria del Bersagliere. Come si può osservare la strada non è asfaltata, ma acciottolata; quindi le fognature, le caditoie e il servizio idrico con l’acquedotto comunale sono ancora assenti, essi vedranno la luce solamente negli anni 56/57. Solo pochissime abitazioni private hanno a disposizione l’acqua corrente in casa, eccezion fatta per le scuole e per alcune case di
proprietà del Beneficio parrocchiale. Nelle cascine, e in tutto l’abitato del centro storico si attinge l’acqua per il consumo alimentare e casalingo da pozzi artesiani propri, o dalle cinque fontanelle pubbliche dislocate in punti strategici del paese. Una di queste fontanelle era proprio piazzata all’incrocio delle due vie Roma e Manzoni, un’altra in piazza Vittorio Veneto che è tutt’ora esistente. Questa parte del paese si affacciava verso la campagna e sulle strade passavano di continuo i “bross” dei contadini trainati da buoi, carichi di fieno, pannocchie e covoni ed altri cereali, talvolta e spesso anche del prezioso letame che dalle stalle si andava a spargere sui campi prima dell’aratura. I concimi chimici sono ancora sconosciuti. Diserbare e irrigare erano le operazioni più faticose da eseguire col solo aiuto dagli erpici, dalle zappe, dai rastrelli e dalle forti e vigorose braccia dei contadini seguiti da numerosi figli curvi lungo i solchi delle colture agricole. Quando si parla delle coltivazione biologiche si dovrebbe rammentare che fino a poco tempo fa non eravamo assillati da problemi di questa natura.
Soprannomi delle famiglie di Telgate
La seguente legenda aiuta ad individuare i siti e i cortili dell’abitato
66- löc di Mosche (famiglie Vavassori)
67- Forno e panetteria Bertolli (nella foto si scorge l’alto camino)
68- löc di Pesenti
69- Ortaia del Gigio Mafè (famiglia Felotti)
70- löc del Murì (ora centro comunale mons. Biennati)
71- löc del sindech Murì (famiglia Brevi)
72- löc del messo ceco (famiglia Tensi Francesco)
73- Trattoria del Bersagliere (famiglia Marsetti)
74- löc di Gigiài ( famiglia Morotti) e di Galüpì (famiglia Belotti)
75- Bottega del calzolaio Rossi Antonio
76- löc di Felèpp (Famiglia Vavassori)
77- löc di Marsèch ( famiglia di Marsetti Giacomo & figli)
78- löc del ministro Murì (ex cascina Ghisleni) divenuta di proprietà della famiglia di Brevi Andrea
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TELGATE nel 900
Come abbiamo più volte ricordato, la mappa dell’abitato di Telgate che osserveremo nella pagina seguente, risale al 10 di ottobre del 1897, data chiaramente leggibile nella scrittura insieme alla firma dell’ingegnere che la predispose. Si tratta del rilievo del primo impianto idrico di Telgate realizzato a partire dalla sorgente di acqua captata in Valle del Fico a Chiuduno e con una tubatura in ghisa fino a Telgate. Distribuita in paese tramite 5 fontanelle. (si vede la n. 2 posta all’incrocio della via Dante con via Leone XIII proprio di fronte alla corte denominata “Baselù”). Sono pure segnate in azzurro le derivazioni della Conta per l’irrigazione della parte ovest e sud della campagna.
Un braccio si dirama lungo la via Morenghi ed il secondo sotto passa l’abitato della famiglia Foppa Pedretti corre lungo il muro di cinta del palazzo Casali va a sfociare nel “brolo”. Queste due diramazioni ai nostri tempi sono state abbandonate. La parte nord del paese fino ai primi anni 50 è quasi completamente sgombra di edifici.
La foto sopra, gentilmente concessa da -STORYLAB- che non manchiamo di ringraziare, è stata presa da una delle finestre del palazzo Ferrari (attuale Oratorio). Si notano da lontano lo Scalo ferroviario di Grumello e la casa-garage di colore bianco di Marsetti Silvio che svolgeva il servizio di rifornimento e di autofficina sulla Brescia - Milano di fronte al Casello.
Pochi anni dopo, egli farà sorgere il primo insediamento industriale della Metalscatola a ridosso dell’autostrada. Più sotto le strutture della fabbrica di manici d’ombrello di Pietro Foppa Pedretti (bestemia) e di fronte “ol palasì” di Vavassori Edoardo (di Abeii) che edifica dopo aver ceduto al comune di Telgate il suo palazzo in piazza Vittorio Veneto (ora Municipio).
A destra la prima “Casa Fanfani” di Telgate, costruita nel 1953 coi proventi della Legge emanata dallo Stato nel 1949 per il Piano INA -CASA e che prese il nome dal ministro che la varò: Amintore Fanfani.
Come si può esaminare il Viale alla Stazione non è al momento asfaltato e verrà rinominato in Viale Papa Giovanni XXIII nel 1963 dopo la costruzione delle nuove Scuole Elementari, avvenuta l’anno precedente. L’area agricola circostante viene condotta a colture cereali, l’irrigazione è fatta ancora a canali (dögai). Occorrerà aspettare ancora un decennio per avere in essere gli impianti di irrigazione a pioggia del Consorzio di Bonifica della Media Pianura Bergamasca, completati nel 1967 con la stazione di pompaggio in via per Palosco. Nel comparto agricolo sono pochissime le novità, se non per una breve parentesi, sul finire degli anni 50, che coinvolse quasi tutti gli agricoltori locali. Invitati, con insolite conferenze presso il nuovissimo Oratorio di Telgate, tenute da un perito agrario e dottore in chimica a promuovere la coltura della bietola da zucchero, e sperimentare nelle coltivazioni i concimi azotati. Per alcuni anni, proprio a Telgate, venne istituito il centro di raccolta del prodotto negli ambienti dell’ex “fatur di Ferrari” Belotti Rosolino (Ninì patàm).
Il suo grande piazzale (ora albergo ristorante Leone d’Oro) e la pesa posta nell’androne della sua abitazione (ora casa dei F.lli Durizzi) consentivano in modo abbastanza sbrigativo le operazioni di pesatura e di carico su autotreni che venivano caricati a mano diretti poi agli zuccherifici di Piacenza e Ravenna. La grande operazione di raccolta si effettuava durante le ultime settimane di settembre e di inizio ottobre. Era abbastanza curioso vedere al mattino la lunga teoria di carri agricoli trainati da trattori, buoi, cavalli e anche da qualche mulo, fermi sulle vie circostanti e sulla via Stazione fino al passaggio a livello, strapieni “de’ raee” in attesa pazienti del proprio turno di scarico. Era invalsa la consuetudine di premiare il migliore prodotto, per qualità e dimensione delle bietole. Esso fu aggiudicato più di una volta da un agricoltore di Telgate: Paris Marco (zio di Augusto).
Va detto, però, che tale coltura ebbe una rapido declino, complice un inatteso calo dei prezzi all’ammasso che rendeva la produzione antieconomica; e già dai primi anni 60 vennero riprese le solite coltivazioni a rotazione agraria. Tuttavia, fu in quell’occasione che l’Amministrazione Comunale ebbe un’intuizione notevole per quei tempi. Onde facilitare le operazioni di pagamento immediato agli agricoltori si adoperò per convincere una banca di Palazzolo a portare uno sportello a Telgate. Considerato il discreto volume d’affari che l’iniziativa agricola e la nascente attività imprenditoriale potevano garantire, il progetto andò in porto, e la prima banca di Telgate venne locata in via Dante negli ambienti dove prima c’era la falegnameria di Erli Eliso.
Una succursale che prese questa denominazione:
SEZIONE DI CREDITO AGRARIO
Filiale di Palazzolo S/O
A molti ragazzi venne consegnato un salvadanaio in metallo, un libretto a risparmio con una cifra simbolica a credito di 5000 lire e una copia della Costituzione della Repubblica Italiana. ===================================================================================================================================
Legenda dei cortili e dei caseggiati della zona nord
79 Palazzo Agosti Ferrari (attuale Oratorio)
80 Corte del Fattore Belotti Rosolino (ora dei F.lli Durizzi)
81 Löc di Raeshe (Bertoli) dei Feraj (de Vecchi) e del calzolaio Costànt (Manenti)
82 Casa di Abeii (famiglia Vavassori e Brevi)
83 Löc del Duce (Tensi) ora condominio Torre
84 Palazzo Morali/Medolago (ora casa Bonetti)
85 Löc di Paris con annesso macello
86 Stabilimento di acque gasate di Casali Giovanni
87 Löc di Màfi (famiglie Maffi)
88 Löc del Baselù (Famiglie Facchinetti, Motterlini,
Vavassori, Sartori, Rivellini)
89 Löc de’ Murì Castrù (Famiglia Brevi)
90 Löc di Muschì (Famiglie Bertoli)
91 Löc di Borborècc (Famiglie Pigolotti; ma anche di Plebani e Vavassori)
Con questo ultima parte che abbiamo pubblicato riteniamo esaurita l’indagine svolta a partire dal numero di marzo scorso, sulla storia di luoghi di nomi e soprannomi delle principali famiglie di Telgate. Ringraziamo tutti coloro che a vario titolo ci hanno fornito le informazioni, i preziosi ragguagli, note e date certe su tutti gli argomenti che abbiamo trattato. Saranno gradite le eventuali note ed integrazioni oltre alle eventuali rettifiche che i lettori riterranno utile comunicare in redazione o al sito web della Parrocchia di Telgate ai seguenti indirizzi:
redazione.bollettino@virgilio.it
Toccagni Antonio
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dal Notiziario Parrocchiale di Marzo - Aprile - Maggio - Giugno - Settembre - Ottobre 2019 | |