L'ALTARE MAGGIORE - È opera del tardo Ottocento, in marmi rossi, bianchi e verdi; maestoso, con quattro
gradini, sormontato da bella tribuna pure di marmo, in cima alla quale è collocata una statuetta del Redentore
risorto. Pure il tabernacolo ha sulla porticina l'immagine del Redentore. L'altare è abbellito da balaustra di
marmo costruita nel 1883.
IL CORO - È formato da 17 stalli artisticamente scolpiti in ottimo legno di noce; viene comunemente
attribuito agli ultimi allievi della famosa scuola fantoniana. Si crede sia stato realizzato pochissimo tempo dopo
la costruzione della chiesa.
I DUE BANCHI DEI PARATI - Finemente scolpiti a imitazione degli stalli del coro, sono opera del Briolini di Bergamo,
eseguiti l'uno nel 1875 e l'altro nel 1885.
INGINOCCHIATOIO OD ORATORIO - Al centro del banco dei parati, in cornu evangelii, è appoggiata una
ammiratissima opera d'arte: un inginocchiatoio-oratorio con eleganti figure e finissimi intagli, in noce e bosso, da
sempre e da tutti considerato un vero gioiello nel suo genere.
È stato donato all'arciprete Giuseppe Calvi da Luigi Grassi-Ghislotti da Schilpario; don Calvi lo regalò
a sua volta alla chiesa e lo collocò in sacristia, dove fu utilizzato come inginocchiatoio dai sacerdoti per la
preparazione e il ringraziamento della Messa. Nel 1885, quando il Briolini scolpì il banco dei parati sul
presbiterio, lo incorporò in esso, trasformandolo in mensa, ottenendone un tutto armonico e veramente prezioso.
Un importante documento che si trova in archivio, ceduto in data 27 ottobre 1871 dal nobile Andrea Marenzi, riferisce
tutti i particolari sull'autore e l'origine dell'artistico mobile. Si tratta di una lettera spedita da Schilpario al
Marenzi in data 19 luglio 1852 da parte del dottor Giambattista Grassi-Ghislotti.
La lettera del dottor Grassi dice: «Lo scultore Giuseppe Piccini della Nona, allievo e collaboratore dei celebri
Fantoni di Rovetta, si distinse in particolar modo in bassi rilievi e piccole figurine condotte in noce e in bosso.
Fra le migliori opere del suo scalpello havvi l'inginocchiatoio regalato all'arciprete di Telgate.
Di questo squisito lavoro io sottoscritto ne tengo la descrizione fatta e scritta dallo stesso Piccini, e di essa ne
consegno copia fedele all'egregio sig. Andrea Marenzi».
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In alto: lo stallo centrale del coro della chiesa parrocchiale.
In basso: particolare del banco dei parati.
La descrizione scritta dallo stesso scultore è la seguente:
«Nona, 2 dicembre 1725. Un ginocchiatoio o oratorio, fatto così a fortuna, che può servire per
qualche camera da grande, come anche per sagrestia ricca, per la preparazione della Messa e ringraziamento,
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