La pianta della chiesa parrocchiale di Telgate, disegnata in forma indicativa nel 1777 dall'agrimensore
Giambattista Beretta (in alto), e dal progettista architetto Gian Battista Caniana (in basso).
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L'ATTUALE CHIESA
PARROCCHIALE
Il Settecento, in bergamasca, è stato il secolo che ha visto il più ampio sviluppo degli edifici sacri.
Una delle ragioni fu il mutamento degli indirizzi estetici dell'architettura, cui si accompagnarono nuove norme
liturgiche che esigevano, per le funzioni religiose, ampiezza di spazi a navata unica, visibilità diretta
dell'altare, la creazione del coro nell'abside, la posizione dell'organo e delle cantorie sul presbiterio,
l'impostazione a volta o a cupola della copertura.
In mezzo secolo, dal 1720 al 1770, l'ampliamento, il rinnovamento o il rifacimento totale delle chiese si può
affermare essere stato l'intento unanime di gran parte dei paesi bergamaschi di montagna e di pianura.
I migliori architetti del tempo: Gian Battista Caniana, Alessandri, Calepio, Fantoni e Lucchini costruirono delle vere
opere d'arte, creando anche attorno alle chiese ampi spazi a modo di sagrato, che divennero punti di raduno del popolo
in occasione di funzioni religiose, di sacre processioni, di ricorrenze e di avvenimenti locali.
A Telgate, l'idea di costruire una nuova chiesa parrocchiale venne al grande arciprete don Bartolomeo Arici, che
giudicava ormai non più utilizzabile l'antica, rustica e troppo piccola chiesa esistente, per i quasi 700 abitanti.
Nel 1730 tutte le antiche strutture ecclesiali vennero rase al suolo e si diede inizio alla nuova costruzione che trovò
impegnati, per sette anni di duro lavoro, non solo gli operai addetti alla fabbrica, ma anche moltissimi volontari che
offrirono un grande contributo alla realizzazione dell'opera.
Il progetto fu concepito dal notissimo architetto Gian Battista Caniana; peccato che non sia stato realizzato nella
sua interezza. Forse a causa di non più sostenibili oneri di spesa, o forse per lasciare un vasto sagrato
davanti alla facciata, non è stata costruita l'ultima parte, e quindi, nella sua lunghezza, la chiesa è
monca, e l'attuale facciata risulta troppo addossata alla cupola; ciò appare chiaramente osservando la costruzione
dall'esterno del fianco destro. Nel suo complesso comunque è una delle belle chiese settecentesche.
La costruzione essenziale, senza ornamenti e senza facciata, fu portata a termine nel 1737. Cominciò subito
ad essere utilizzata, rinviando la rifinitura a tempi migliori. La sua consacrazione avvenne il 24 settembre 1776
per mano del vescovo Marco Molino che le confermò l'antico titolo di san Giovanni Battista.
La facciata fu costruita tra il 1889 e il 1891,
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