NUOVI ELEMENTI CIRCA L'ANTICHITÀ DEL SANTO CROCIFISSO

Le notizie fino ad ora riferite dai vecchi arcipreti circa l'origine della devozione al Santo Crocifisso ottengono tranquillamente una conferma, ma quelle che riguardano la sua antichità richiedono un certo ridimensionamento.
È pacifico, e documentato, il fatto che i promoto­ri della devozione al santo Crocifisso siano stati i Disciplini Bianchi di Telgate che posero la sacra immagine in una nicchia appositamente predisposta sopra l'unico altare del loro oratorio, accanto alla chiesa parrocchiale. E fin qui nulla da eccepire.


È il quando ciò avvenne che inizia a far problema. Coloro che fino ad oggi hanno scritto e anche stampato sull'argomento sono andati quasi a gara a risalire nei secoli per affermare un'antichità che poteva servire da argomento probante di remote espressioni di culto divenute in seguito consolidata tradizione. Si legge infatti che la devozione in oggetto è antichissima, risalente, per alcuni al '500, per altri addirittura al '400, citando a conferma persino gli Atti della Visita di san Carlo come argomento inconfutabile.
Dalla consultazione, però, dell'autorevole fonte citata ne è derivata un'inattesa sorpresa:


Tre documenti che riportano gli «Atti della Visita di san Carlo Borromeo».
Il primo è stato manipolato, il secondo si è rifatto alle contraffazioni del primo, solo il terzo è conforme all'originale.
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