Il terzo dei 14 quadri della Via Crucis, di autore ignoto, dipinti nell'anno 1788.


sempre ad opera dell'Allegretti, i quattordici quadri della Via Crucis.
Tutto sembrava procedere tranquillamente, e già si stava sognando qualche nuovo progetto d'intervento, quando, una brutta notte, il diavolo ci mise le corna, anzi... il fuoco.
La notte tra il 30 e il 31 gennaio 1984, un furioso incendio si è rapidamente sviluppato divorando la parte centrale dell'oratorio maschile. Rimase distrutto il salone centrale al primo piano, il tetto sovrastante e gravemente danneggiate le aule di catechismo laterali al salone.
Erano le due e mezzo di notte, quando una famiglia che abita nei pressi dell'oratorio, svegliata dal latrare dei cani, si è accorta del disastro che stava avvenendo. Prontamente diede l'allarme svegliando il direttore dell'oratorio.
«I vigili del fuoco di Bergamo, accorsi prontamente con tre autopompe e con la scala aerea, in un baleno si sono messi al lavoro di spegnimento. Hanno svolto un lavoro veramente degno di lode e riconoscenza, non solo per impedire che il fuoco si propagasse alle case vicine, ma anche per salvare il salvabile dell'oratorio stesso. Infatti, fortunatamente, non si sono registrati danni nell'appartamento, da poco ristrutturato, del Direttore dell'oratorio e nessun danno c'è stato al piano terreno dove sono allestite le sale di ricreazione.
Non è stato possibile stabilire la causa con sicurezza, ma c'è una forte probabilità che una scintilla uscita dalla canna fumaria del riscaldamento dell'appartamento del Curato abbia provocato il disastro».
Inutile dire che la gente di Telgate rimase molto scossa per l'accaduto e l'arciprete profondamente amareggiato.
Dopo lo sgomento e lo smarrimento iniziale, si è messa in moto l'organizzazione per riparare i gravi danni del disastro. In due assemblee popolari, a cui hanno preso parte moltissime persone, segno della sensibilità e della volontà di collaborare per la soluzione di un problema tanto importante per la vita comunitaria, i tecnici architetto Vezzoli di Palazzolo e ingegner Alberti di Alzano L. hanno esposto le possibili soluzioni.
Si è così arrivati alla decisione di provvedere subito al rifacimento del tetto in cemento armato e alla sistemazione di tutto il primo piano. Ne sarebbe risultata la realizzazione di ben undici aule per la catechesi domenicale e da usarsi, nei giorni feriali, come sedi delle varie attività oratoriane: consiglio d'oratorio, riunione catechisti, Consiglio della «Sportiva», gruppo missionario, ecc.
Sul «Bollettino parrocchiale» del luglio 1984 l'arciprete scriveva:
«ll lavoro dell'impresa edile è in pieno svolgimento, anche se per un lungo periodo è stato frenato dall'implacabile maltempo, soprattutto del mese di maggio.
Anche il lavoro di reperimento dei fondi necessari è in cammino, ora più veloce, ora più lento, ma sempre in cammino e comunque sempre reale e presente.
Sono fiorite iniziative piccole e più consistenti, tutte preziose, per ritrovare i mezzi finanziari; è un pò il lavoro del certosino o, se si vuole, delle formiche che d'estate, granellino per granellino, riempiono il granaio che servirà lungo l'inverno.
Sono stati fatti gesti di solidarietà da associazioni (Alpini, Bersaglieri, Reduci e Combattenti), da contrade nell'occasione della funzione del mese di maggio (via Passerera, via Cesare Battisti, via Ponte Gobbo, via Trieste), da maestranze di stabilimenti (operai e operaie «impugnature e fodere per ombrelli Manenti»).
È stata fatta la pesca di beneficenza tradizionale del 3 maggio con generosità di doni per la pesca e la lotteria e con la collaborazione preziosa di gioventù e di mamme nel gestirla; sono state fatte lotterie.
Abbiamo fatto, su iniziativa dei giovani, la «settimana per l'oratorio», durante la quale, oltre al risultato concreto fruttato, c'è stata una meravigliosa dimostrazione di solidarietà di tutto il paese: meravigliosa la fusione tra organizzatori, disponibilità delle strutture necessarie, giovani e meno giovani al servizio, addetti alla cucina,
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