sia con il fortunato e bravo restauratore il sig. Sandro Allegretti, non nuovo a imprese di tanto prestigio e tuttavia
ogni volta candidamente sorpreso e felice».
L'impegno finanziario fu notevole; si confidò nelle piccole offerte della gente semplice, ma anche in interventi
da parte di gente di maggiori possibilità economiche e nel contempo amante di cose belle; ambedue le previsioni
si sono avverate puntualmente.
Trascorso giusto un anno, utile per la quadratura del bilancio per gli interventi «artistici», sulle sempre precarie
casse parrocchiali cadde una grossa tegola, anzi... un tetto intero.
Dal «Bollettino parrocchiale» del novembre 1979 riportiamo:
«Da tempo era apparso urgente il bisogno di intervenire sul tetto della chiesa parrocchiale dall'evidente stato precario
dei canali in lamiera e dall'apparire di macchie denuncianti infiltrazioni d'acqua non solo causate da canali rotti,
ma anche da converse consumate e da coppi infranti.
Furono tenute due assemblee popolari, alle quali era stata invitata tutta la comunità. Si arrivò alla
decisione di procedere alla sostituzione dei canali in lamiera con canali in rame, e si stabilì anche di
verificare accuratamente le condizioni del tetto nei punti dove apparivano evidenti segni di infiltrazione d'acqua per
procedere agli eventuali interventi necessari.
I lavori incominciarono ai primi di agosto e a un attento esame fatto al tetto si riscontrò che il legname era
ancora in buono stato; viceversa alcune converse erano letteralmente consumate; accanto a tratti di tetto con coppi in
discreto stato, frutto di riparazioni abbastanza recenti (l'ultima fatta nel 1961), c'erano vasti tratti di tetto il cui
stato ormai logorato dei coppi faceva pensare che lì da moltissimi anni (quanti? è difficile dirlo), non
erano avvenute riparazioni.
Si decise pertanto di ricorrere il tetto per intero. Di conseguenza quella che sembrava la spesa maggiore
(la sostituzione dei canali), fu superata da quella che si presumeva una spesa marginale, cioè la revisione e
riparazione di tutta l'area del tetto.
Pertanto l'intero tetto fu ricoperto con fogli di ondulina (materiale incatramato impermeabile), per garantirci contro
infiltrazioni d'acqua anche in caso di rottura di coppi. Fu calata dal tetto una montagna di rottami (ben dodici camion),
sostituiti con ben 13.600 coppi nuovi.
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Un aspetto della chiesa parrocchiale durante i restauri
Anche l'impianto di parafulmini era completamente fuori uso e quindi si provvide alla sua sostituzione, secondo la tecnica
più aggiornata, sia sul tetto della chiesa e sia sulla torre campanaria.
Anche le sette statue che (belle o brutte che siano) troneggiano sulla facciata della chiesa, e cioè: in alto
S. Giovanni Battista, S. Pietro e S. Paolo, e in basso S. Rocco, S. Alessandro, S. Giuseppe e S. Antonio, hanno ricevuto
cure opportune. Sono fatte in pietra non
eccellente e in passato hanno ricevuto aggiustature in cemento. Riparate le rotture e i buchi principali per impedire
l'infiltrazione erosiva dell'acqua, si è provveduto a innaffiarle con materiale liquido protettivo,
particolarmente adatto allo scopo.
Il lavoro per i canali è stato eseguito dal Sig. Angelo Carrara di Nembro.
Per i lavori sul tetto è stata impegnata la Ditta locale Fratelli Turani Edili.
L'impianto di parafulmini è stato eseguito dalla Ditta Rusconi di Bergamo.
L'impalcatura in tubi, per rendere possibile la sicurezza del lavoro, è stata affidata alla Ditta Ponteur di Bergamo.»
Ripreso un pò il fiato, ridato ossigeno alle esauste casse parrocchiali, si pensò di non perdere la
cadenza del cammino sistemando, nel 1980, l'appartamento del direttore dell'oratorio, approfittando del cambiamento
del coadiutore, e successivamente ripristinando con restauro,
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