Spigolando tra i Bollettini parrocchiali ANNO 1 - N. 1 - A CURA DI ELISABETTA CONSONNI
Sfogliando i Bollettini Parrocchiali (il primo porta la data del 15 marzo 1928), in cerca di notizie sulle origini della nostra Corale Parrocchiale, mi sono imbattuta in racconti, storie, poesie e aneddoti a dir poco AFFASCINANTI. Quando l'ho riferito a Don Tarcisio, entusiasta di questa scoperta, mi ha proposto di occuparmi della creazione di una nuova rubrica sull'attuale Bollettino. Detto... fatto! Eccoci a Voi con "SPIGOLANDO TRA I BOLLETTINI PARROCCHIALI" con l'augurio che questo spazio Vi sia gradito e perché rileggendo quel che fu dei tempi passati... chi c'era: possa ricordare... chi non c'era: possa scoprire...
INCOMINCIANDO Qualche parrocchiano di Telgate, di quelli che non usano molto alla Dottrina, al ricevere questo primo numero del "BOLLETTINO PARROCCHIALE", sgranerà tanto gli occhi, chiedendosi: "Che cosa è questo "BOLLETTINO PARROCCHIALE"? E perché si pubblica? E perché lo mandano a me?".
Ecco le risposte: I° In luogo dell'Angelo in Famiglia, - che, sebbene fatto con intendimenti lodevoli, non poteva corrispondere pienamente ai bisogni molteplici della parrocchia di Telgate, e perché stampato lontano da Bergamo, e perché non recava sillaba della vita parrocchiale di Telgate - si è pensato di dare alle Famiglie questo "BOLLETTINO", che, non essendo un foglietto volante, ma un fascicoletto, non privo di eleganza, di 16 pagine con copertina, e recando in ogni numero ben 4 o 5 pagine di cronaca religiosa e sociale della nostra parrocchia, riuscirà indubbiamente più utile e gradito.
2° Il vostro Arciprete, o parrocchiani di Telgate, non si accontenta di giungere all'orecchio ed al cuore vostro per mezzo della pur frequente sua predicazione, e delle altre industriose sue cure per voi; ma attraverso il "BOLLETTINO" vuol aggiungere dell'altro; vuole seguirvi anche fuori di chiesa, vuole raggiungervi nelle vostre case e famiglie, ed ivi continuare a parlare a voi ed ai vostri figli, informandovi quindicinalmente della vita parrocchiale, delle sue opere, del loro svolgimento, premettendo a tutto ciò alcune pagine di letture istruttive ed edificanti, di tutta attualità. Ecco perché si pubblica il "BOLLETTINO PARROCCHIALE".
3° Si manda poi a voi, perché si manda a tutte le famiglie della parrocchia. Se frequentate la Chiesa, il BOLLETTINO sarà per voi e per la vostra famiglia un carissimo monitore della vita parrocchiale. Se poi usate poco alla Chiesa, supplirà in parte alla vostra trascuratezza e potrà essere per voi un richiamo salutare.
COME SARÀ FATTO IL "BOLLETTINO"? Press'a poco come il numero presente. Avrà cioè, 11 o 12 pagine di letture istruttive ed edificanti di carattere generale, ma di tutta attualità: e non mancheranno in esse utili riflessi sulle feste principali dell'anno, sui principali misteri della Fede, sui più gravi problemi religiosi e morali, nonché una opportuna spiegazione del Vangelo. Seguiranno poscia alcune pagine sotto la rubrica "PARROCCHIA ", colle notizie più interessanti della vita della nostra borgata e colla illustrazione delle varie opere parrocchiali. Non mancheranno il Diario Sacro quindicinale, l'Orario delle Sacre Funzioni e della varie Manifestazioni Religiose e Sociali, nonché le statistiche dei Morti, dei Nati, dei Matrimoni, ecc.
E QUANTO COSTERÀ L'ABBONAMENTO? Né più né meno di quanto costava l'abbonamento annuo all'Angelo della Famiglia: e cioè CINQUE LIRE: spesa veramente tenuissima per 24 eleganti fascicoli in un anno, di 16 e più pagine ciascuno, con in fronte la bella nostra chiesa e il grazioso monumento ai nostri prodi Caduti. Rilegati insieme, i 24 fascicoli di ciascun anno, formeranno un bel volume di quasi 400 pagine; ed un caro ricordo di tutta la vita religiosa, civile e sociale della nostra parrocchia. Oppure potranno essere spediti volta per volta agli assenti dalla parrocchia per ragioni di lavoro o di vita militare: e sarà per essi un graditissimo regalo che li terrà legati alla madre patria ed alla terra natia. Sia dunque ben accolto il "BOLLETTINO PARROCCHIALE" in tutte le case e famiglie: sia apprezzato ed amato da tutti: come sarebbe bene accolto il vostro Arciprete, se venisse personalmente ogni 15 giorni a visitarvi. Egli fin da ora Ve ne ringrazia cordialmente, promettendo di ricambiare la Vostra benevolenza con altrettanto affetto paterno.
Telgate, 15 marzo 1928. L'Arciprete Sac. CLIENZE BORTOLOTTI
ANNO 1 - N. 2 - A CURA DI ELISABETTA CONSONNI Sapete chi era...?
Abbiamo iniziato il nostro viaggio "Spigolando tra i Bollettini Parrocchiali" partendo dalla pubblicazione delle parole rivolte alla popolazione di Telgate, dall'Arciprete don Clienze Bortolotti, in occasione del primo numero del Bollettino Parrocchiale ma, forse non tutti sanno chi era...
Don CLIENZE
Ritratto dell'Arciprete don Clienze Bortolotti conservato in sagrestia
È stata una delle figure più prestigiose del clero bergamasco all'inizio del secolo, con una forte risonanza della sua opera anche in campo nazionale. Nacque a Sarnico nel 1862, fu ordinato sacerdote nel 1885, e destinato come coadiutore a Grone ove fece sorgere un circolo giovanile, che richiamò l'attenzione dei vari parroci della Val Cavallina che ne tentarono l'imitazione. Due anni dopo fu promosso parroco a Baresi, in alta Valle Brembana, ove formò una Schola Cantorum da lui diretta, servendo all'occorrenza anche molte parrocchie della valle. L'interesse per il campo sociale lo indusse a creare subito una specie di "Segretariato degli Emigranti" che divenne assai utile anche per le altre parrocchie della vicaria. Si prestò per l'insegnamento delle materie letterarie nel collegio-convitto di Valnegra fino a quando nel 1895 gli venne, in Bergamo, affidata la direzione del settimanale cattolico "Il Campanone", succedendo al grande Nicolò Rezzara. Erano quelli i tempi eroici dell'Azione Cattolica bergamasca e don Clienze con ingegno vivo e fede ardente vi profuse il meglio delle sue energie tanto che fu chiamato a ricoprire il posto di Direttore del quotidiano L'Eco di Bergamo. "Col primo giorno del prossimo venturo anno 1904, L'Eco di Bergamo avrà il suo nuovo direttore nel collega sac. Clienze Bortolotti. Non abbiamo bisogno di presentarlo agli amici, lettori, al pubblico, poiché egli è ben conosciuto nella sua provincia, nella regione e fuori; e vi si è fatto conoscere per la pietà, per lo zelo sacerdotale e pastorale, per l'attività di uomo d'azione, per il valore della sua penna, per l'eloquenza della sua parola, per la delicata generosità del suo cuore". Con queste lusinghiere parole Nicolò Rezzara diede ai lettori del giornale l'annuncio della nomina del nuovo direttore. Le pagine del giornale divennero per lui una vera palestra di lotta in difesa e promozione dei grandi principi cattolici contro avversari particolarmente agguerriti. Conformemente allo spirito del tempo, poté esprimere tutta la sua carica di polemista e propagandista cattolico. Tuttavia, pur nel fervore e nell'ardore della presa di posizione, non gli fece mai difetto la lealtà e la generosità d'animo, tanto che più volte ebbe motivo di soddisfazione per l'ammirazione espressagli persino dagli avversari. Di lui scrisse l'avvocato Alfonso Vajana: "don Clienze era un galantuomo con una coscienza libera, pur essendo intransigente nei suoi principi. Io ho avuto l'onore di essergli vicino, anche perché facevo parte del Consiglio dell'Associazione della Stampa, e tengo tra le cose più care una sua fotografia con la seguente dedica: ad Alfonso Vajana che sa essere avversario leale ed amico sincero. Cito questa generosa dedica per dimostrare che, in sostanza, don Clienze credeva che si potesse vivere, anche in fraternità, pur essendo avversari e, pertanto, quando fu soppresso il `Giornale di Bergamo', Ciccio Scarpelli ed io gli fummo più cari di prima". Per più di vent'anni don Clienze si profuse senza risparmio per servire la causa della Chiesa "battagliando" da L'Eco di Bergamo ma, quando nel dopoguerra i tempi subirono forti mutazioni per nuove condizioni sociali e soprattutto per il sorgere di nuove ideologie portate dagli estremisti di taluni partiti, anche il lottatore esperto rimase ferito. Nell'autunno del 1925 don Clienze "lasciò la direzione del giornale e venne, dal Vescovo Mons. Macelli, promosso Arciprete di Telgate" (con queste parole si espresse l'amico don Francesco Vistalli) Con termini meno vellutati ma, più aderenti alla realtà, Gabriella Cremaschi scrive in una sua recente pubblicazione: "L'atteggiamento apertamente antifascista dei mesi precedenti aveva fortemente irritato i fascisti, che avevano messo in atto una violenta e volgare campagna di stampa: la sopravvivenza del giornale era legata ad un netto cambiamento di linea. Se si fosse voluto continuare a pubblicare il giornale si sarebbe dovuto procedere all'allontanamento di don Bortolotti, diventato il bersaglio di tutte le ire. Si arrivò così all'allontanamento di don Bortolotti, che nell'ottobre del 1925 venne nominato parroco di Telgate, e che, proprio per il significato punitivo assunto dal suo allontanamento, divenne il punto di riferimento del giornalismo antifascista bergamasco". Ancora Alfonso Vajana scrisse: "don Clienze, compagno nostro, pagò con noi e come noi. Una pubblica manifestazione di stima indetta dall'Associazione della Stampa fu impedita dalla polizia. Tutti gli estimatori, però, trovarono modo di manifestare il loro amore in occasione del suo ingresso solenne nella parrocchia affidatagli". Di Telgate e del suo arciprete scrisse ancora don Vistalli: "Telgate, antichissima pieve, gloriosa nel bergamasco, era decaduta dall'antico prestigio come tante altre: motivo principale l'essere tagliata dalle comunicazioni. Don Clienze, sempre fervido e animatore, sperò di rimediarvi: ma fu una sua amara delusione. Si profuse però con zelo e pietà nell'opera del ministero in quanto intuì che poteva contribuire al vantaggio morale, religioso e sociale della sua parrocchia e dell'intera Vicaria. Di qui le Scuole Serali, le Settimane Sociali e le conferenze che teneva così frequenti lui, e che fece tenere nella sua parrocchia anche da altri amici suoi. In quella parrocchia non mancarono a don Clienze contrasti ed amarezze, di cui però finì per aver ragione e trionfare con la sua abituale generosità. Gli fu notato il difetto di essere un `accentratore' , ma quello fu sempre ed è ancor oggi il difetto dei grandi lavoratori. Suo sogno e sua aspirazione fu quella di riuscire ad ottenere l'Incoronazione del prodigioso Crocifisso che, a Telgate, si venera da secoli. Ed a questa riuscì, e questa celebrò con solennità magnifiche nel settembre del 1937. La sua opera pastorale in Telgate lasciò un particolare segno nello sviluppo dell'Azione Cattolica (fu già presidente della Giunta diocesana dell'A. C.), e nella promozione delle iniziative a carattere sociale (fu già membro della Commissione Provinciale provvisoria del Partito Popolare, designato personalmente da don Luigi Sturzo). Morì a 81 anni i1 26 marzo 1943, tra il rimpianto generale non solo di Telgate ma dell'intera diocesi.
(tratto da "Telgate e il suo Santo Crocifisso) |