~ Scheda di restauro ~

- Cristo Crocifisso in Legno Policromo -

 

 

 

Oggetto: Scultura Policroma.

Soggetto: Cristo Crocefisso.

Autore/attribuzione: Ignota.

Materiali/Tecniche Esecutive: Legno Intagliato e Policromo.

Datazione/Epoca: Lombardia, Seconda metà del XIX secolo.

Dimensioni Totali: Altezza max. 270 cm; larghezza max. 143 cm.

Dimensioni del Crocifisso: Altezza 70 cm; larghezza 60 cm.

 

 


Descrizione dell’opera: 

Il Crocefisso è caratterizzato da un intaglio morbido e compiuto; ricoperto da una policromia basata su toni rosacei costituenti il carnato e ripresi nei particolari anatomici che ne esaltano il modellato anatomico, parimenti preciso e composto.

Alla vita appare cinto da un perizoma annodato sulla sinistra, fluente e di medie dimensioni, dipinto di bianco con strisce verticali blu dalla differente ampiezza, che ricordano i colori dell’abito giudaico.

Sul capo, lievemente reclinato ed anch’esso dipinto, porta inoltre una corona di spine, eseguita con

la torsione di un arbusto spinoso essiccato ed applicata tramite piccoli chiodi in ferro

 

La Croce che lo supporta presenta due facce, entrambe policrome e bordate da modanature semplici

dorate mentre al suo piano interno su campo bruno/verdastro e si vedono decorazioni geometriche incise “a reticolato” (che dietro al capo del Cristo si concentrano in un clipeo quadrilobato con una stella a quattro punte) per tutta l’area

 

I Bracci stessi , ad eccezione di quello verticale che si presenta ridotto di spessore nella parte bassa terminano con altre decorazioni a tuttotondo, composte da volute e foglie d’acanto in legno intagliato e dorato come potenziamenti apicali.

 

Sopra questi si trovano rispettivamente tre sculture lignee intagliate , dorate a foglia d’Oro (per le figure) e d’Argento (per le nuvole su cui poggiano) fissate ai bracci, che riproducono attributi simbolici del Cristo.

 

Il lato esterno della stessa croce presenta una colorazione rossastra originale mentre le modanature e le parti decorative risultano ricoperte da foglia d’Oro posata con la tecnica del “Guazzo” e “brunita” in alcune sue parti, sia nel recto che nel verso, allo stesso modo.

 

La componente decorativo/simbolica e soprattutto la finitura e la policromia su entrambi i lati del manufatto fanno supporre ad una Funzione anche Processionale dell’oggetto sacro che, doveva in tal modo essere visto sia dal verso che dal recto.

 

Fig. 1

 


Breve Analisi Iconografica e Tipologica:

Si tratta di un crocefisso ligneo intagliato da un espressionismo composto che sta a metà strada tra il

“Cristus Patiens” ed il “Cristo morto": nell’intaglio del corpo è eliminata ogni tensione ed ogni esasperazione così come sono banditi i segni di una morte già avvenuta.

Dramma e compassione ne risultano così banditi lasciando spazio alla prossima certezza della resurrezione, confermata dal sacrificio che è in atto sotto gli occhi del fruitore.

Il Cristo in Croce è così allo stesso tempo umano e divino, simbolo eccellente della sua azione salvifica e di amore per l’uomo. 

La croce, anch’essa policroma e dalla forma “Latina”,con il braccio verticale più lungo rispetto a quello orizzontale; si presenta decorata e dorata con i bracci potenziati da decorazioni neobarocche.

Non è presentata quindi come semplice "Lignum vitae". ma come reliquia grandiosa concelebrante la gloria del sacrificio. 

Si trovano inoltre, affissi ai tre bracci superiori della croce tre figure intagliate dai chiari simbolismi Cristologici: 

- “Il Pellicano che si percuote il petto”:

Posto su di una nuvola nel braccio sinistro della croce è diretto simbolo di Cristo: Derivata da un racconto sull’atto di misericordia del pellicano lo rappresenta mentre si ferisce il petto con il becco fecendovi sgorgare del sangue che da come cibo ai figli affamati raffigurati sotto di lui .Per sua volontà è mezzo della salvezza dei piccoli, come Cristo simbolo del sacrificio di Amore (Figura 2)

 

- “L ‘Agnello di Dio seduto sul libro dei 7 sigilli”:

Sul braccio destro troviamo invece l’“Agnus dei”, altro simbolo per eccellenza del sacrificio, in questo caso la scultura intagliata lo raffigura sopra ad un libro dal quale escono dei sigilli appesi a delle cordicelle (anche se in questo caso manca la rappresentazione dei sigilli).

Simbolo di purezza e rinascita della natura è colui che “..Toglie i peccati dal mondo” ed è proprio nell’apocalisse di Giovanni, dove si trova descritto sopra al libro, che la sua identificazione con il redentore tocca l’apice: solo a lui, come al Messia è concessa l’apertura del libro dai sette sigilli e quindi la conoscenza onnipotente come giudice supremo di bene e giustizia (Figura 4)

 

- Il Triangolo Trinitario”:

Posto nel braccio centrale, in verticale sopra alla testa del Cristo è simbolo supremo della tripla essenza dello stesso; parte omogenea ed inalterabile della stessa. plurima natura con il Padre e lo Spirito Santo; come un triangolo equilatero esso è uno e trino.

All’interno del triangolo c’è intagliato un occhio che fissa il fruitore come monito dell’Onniscienza divina di colui che tutto vede (Figura 3).

 

Questi Tre attributi qualificano e potenziano l’immagine del Crocefisso creando attorno ad esso un’allegoria vera e propria che passando attraverso le immagini intagliate si proietta con un’azione didattica ed illustrativa componendo quella che risulta come una vera e propria “Immagine di Fede” per il Cristiano.


Stato di Conservazione:

La scultura si presenta in condizioni conservative buone.

 

Per quanto riguarda la parte strutturale realizzata in legno si nota una buona condizione di tutte le sue parti: nella croce lignea è visibile una fessurazione passante di una delle tre decorazioni a volute e racemi intagliate che terminano potenziandone i bracci ; non ne risulta comunque compromessa la sua funzione statica.

Nel verso della croce è visibile, all’altezza dell’incrocio dei bracci, una fessurazione orizzontale che segnala un leggero cedimento strutturale, infatti il braccio verticale, muovendosi , non pare più perfettamente fissato (Figura 6).

 

La policromia che si presenta è con buona probabilità quella originale e consiste in una campitura di tempera rossa per i lati (che pare leggermente abrasa ma in buono stato); e per la parte interna con incisioni a reticolo consiste in una campitura di cosiddetta “Porporina” (ossia polvere metallica disciolta in vernice a imitazione e colore dell’oro) leggermente alterata dall’ossido prodotto in un colore più bruno.

 

Per le parti aggettanti e decorative , come gia detto è stata posata della Foglia d’oro a Guazzo, per la quale sono evidenti voluti giochi chiaroscurali dovuti alla “Brunitura” (lucidatura ) di alcune parti. Tali dorature si presentano in buono stato conservativo eccetto che per zone interessate da lievi decoesioni, cadute ed abrasioni che andranno ripristinate (Figura 8).

Interessante è la cromia nerastra in cui si presentano le tre nubi di supporto delle tre sculture con i simboli cristologici: si tratta di pigmento creato con “Argento in Polvere” e vernice a legare (non si tratta quindi dell’applicazione di Argento in foglia”) che con il tempo si è ossidato virando nel colore nero/bluastro tipico del metallo ossidato.

 

Nella parte scultorea non vi sono grandi parti mancanti, eccetto due dei tre chiodi intagliati che fissano il Cristo (pur non avendo funzione statica, che ha invece una vite posta sul verso della croce).

La policromia attuale, che sembra essere l’originale, è realizzata con buona probabilità con una tempera magra e non si nota la presenza di una vernice finale. Tale dipintura dai toni pastello del carnato pare ben eseguita e presenta alcune lacune localizzate e limitate nelle dimensioni dovute ad abrasioni.

Inoltre si nota una posteriore (anche se antica) aggiunta di alcune gocce e colature del sangue di Cristo, eseguite con del colore più grasso e scuro di tono.

 

L’intera opera scultorea appare inoltre verosimilmente ricoperta da un consistente deposito di polvere e sporco, che, attaccato alla superficie ha annerito ed alterato completamente i colori originali (Figura 12).

 

 

 Fig. 6

Fig. 12

 


Ipotesi d’intervento e Operazioni Effettuate:

 Si è provveduto in primo luogo ad effettuare un operazione di “Prefissaggio” atta a ripristinare la coesione di piccole parti della policromia originale, comunque poco diffuse sulla superficie della scultura e soprattutto delle parti dorate delle decorazioni.

Si è effettuata una prima spolveratura per eliminare i residui polverosi superficiali e lo sporco accumulato nelle parti incavi.

 

Si è passati poi preventivamente alla disinfestazione del supporto in legno con antitarlo a base di permetrina.

 

Successivamente si è proceduto al distacco del corpo scultoreo del Cristo dalla croce/supporto, per poter meglio operare le fasi di fissaggio e consolidamento strutturale; nonché di pulitura e verniciatura di entrambe le parti.

 

Per la Croce si è voluto dapprima ripristinarne la stabilità mediante incollaggio e consolidamento della fessurazione posteriore all’incrocio dei bracci (Figura 3), successivamente si sono definitivamente fissate tutte le lacune.

La pulitura è avvenuta, per le parti policrome con un tensioattivo idoneo mentre per le parti decorative interessate dalla doratura si è proceduti tramite una mista di solventi idonei. Differente metodo si è utilizzato per ripristinare le parti policromate tramite vernice con polvere d’argento delle nuvole sopraccitate: una mista di solventi in un addensante basico controllato ha così cautamente permesso la pulitura delle ossidazioni riportando la policromia al suo stato originale (Figure 13 e 14).

 

 

Fig. 12

 

Fig. 14

 


Per il Cristo policromo si è dovuta effettuare una "Detersione" della superficie, che asportando solo ed esclusivamente lo strato di grasso, sporco e polvere depositata ha permesso la vera pulitura della superficie pittorica intera, sia per il recto che per il verso della scultura.

Si è proceduto con dei tasselli di prova su ogni colore con un tensioattivo idoneo diluito, controllandone costantemente il Ph, affinché non risultasse minimamente aggressivo per la superficie pittorica d'origine (Figure da 15 a 22).

Una volta completata la fase di pulitura e controllato nuovamente l'assetto ed il fissaggio della policromia si è passati all'eliminazione meccanica a bisturi delle tracce organiche lasciate sulla pittura da mosche ed altri piccoli insetti messe in luce sotto allo sporco, soprattutto nella zona delle spalle e della parte alta del torso.

Fig. 15

 

   

Fig. 16                 Fig. 17

Fig. 22

 


Si è passati dalla Stuccatura delle piccole lacune presenti in modo mirato occludendo tutte le imperfezioni dovute a piccoli danni o cedimenti della materia pittorica.

Si è stesa una prima verniciatura con vernice idonea a base acquosa.

La fase successiva consiste nel ritocco finale di entrambe le parti separatamente ed il loro ricollocamento corretto, aggiungendo i due chiodi in legno mancanti, opportunamente intagliati e policromati similmente all'originale.

Fig. 23

           

Fig. 24                Fig. 25