Chiesa Parrocchiale San Giovanni Battista di Telgate
Progetto di Recupero del Battistero
Relazione sul ritrovamento dei locali interrati |
Telgate, marzo 2004
Durante i lavori per il recupero del Battistero, per la precisione dopo avere asportato la pavimentazione esistente, nelle fasi di scavo per la formazione del vespaio areato, una piccola parte del sottofondo esistente è ceduta, sprofondando di conseguenza in un vano sottostante. Si è da subito capito che non si stava lavorando sul terreno naturale, bensì sulla volta in muratura di un locale posto ad un livello più basso. Calati all'interno del foro formatosi, ci si è trovati in un locale circolare della stesse dimensioni del Battistero superiore; di fronte un lungo corridoio voltato (largo 130cm e alto 200cm) attraversava trasversalmente la chiesa fino a giungere ad un altro locale circolare, simmetrico al precedente, sottostante l'altare dell'Addolorata. A metà, una porta (affiancata da due piccole finestre) dava l'accesso ad un altro vano di forma rettangolare con copertura a volta posto in corrispondenza dell'attuale ingresso della chiesa; esattamente al centro della parete rivolta verso il sagrato, un'apertura murata era collocata in coincidenza del portone di accesso. Le pareti in muratura mista di pietra e laterizio, il pavimento in cotto, e le volte in mattoni si sono presentate in ottime condizioni di conservazione; gli ambienti erano inoltre in perfetto ordine e privi di qualsiasi tipo di materiale d'ingombro. Osservando le forme degli ambienti e i materiali costruttivi, si è potuto facilmente dedurre che i locali ritrovati costituiscono la grossa intercapedine realizzata in contemporanea alla costruzione della chiesa per consentire alle fondazioni delle murature un'aerazione corretta senza temere eccessivamente le azioni dell'umidità di risalita dal terreno. Alcuni interrogativi restano comunque da chiarire. Innanzitutto come si accedeva a questi locali? Le due estremità del corridoio sembrano essere state murate successivamente. La parete rivolta verso l'altare appare più debole, meno spessa, interamente in laterizio e quindi non portante rispetto al carattere più robusto della altre murature (che non sono altro che le fondazioni delle pareti soprastanti della chiesa); anche la volta di copertura in prossimità di questo muro presenta un andamento che suggerisce l'esistenza di un locale in continuità sotto la grande aula liturgica della chiesa. Inoltre non esiste alcun collegamento con l'unico locale interrato alla chiesa attualmente conosciuto (sotto l'altare del Sacro Cuore e raggiungibile da una scaletta posta accanto all'altare dell'Addolorata). Tutto ciò fa presupporre che attorno a tutte le fondazioni delle chiesa esista un sistema di spazi ipogei (nel tempo chiusi e murati e quindi non accessibili) la cui funzione è quella di garantire la giusta aerazione delle strutture basamentali, e di conseguenza delle murature intonacate o in pietra soprastanti. Non a caso, il fenomeno di risalita capillare dell'umidità sulle superfici all'interno della chiesa e da sempre stato molto limitato. Sebbene privi di particolari qualità artistiche, i locali ritrovati si sono dimostrati un'ottima testimonianza storica di quanto la perizia tecnica e la sensibilità costruttiva di architetti e capimastri fosse già affinata nei cantieri di provincia del primo '700.
N.B.: Tutti gli ambienti interrati ritrovati, prima di essere richiusi, sono stati opportunamente documentati (rilevati e fotografati).
giuseppe zambelli a r c h i t e t t o
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